La Spagna e i Gesuiti. 129 tanto che nel 1556 se ne contavano 12, l’Abissinia compresa. Ora, tutto questo poderoso edificio era sorto in svolgimento perfettamente conseguente dalla risoluzione formata 35 anni prima a Loyola sul letto d’infermo da un cavaliere fino allora del tutto mondano e quanto a scienza affatto inculto. Da modesto embrione tutto s’era svolto a dispetto di continua contradizione, a dispetto delle persecuzioni e delle calunnie. Naturalmente i pensieri del Loyola avevano trovato l’eco più forte in Ispagna. Là, presso che intatte dalla novità religiosa, dominavano ancora le antiche idee cattoliche e in contrapposto coi cattolici d’altri paesi sentivasi tuttora il coraggio e l’entusiasmo di farsene paladini. Da non troppo lungo tempo la lotta per la difesa e dilatazione della fede era stata in Ispagna una possente molla nelle guerre coi Mori e nei viaggi di scoperta: doveva pertanto incontrare entusiastico eco Ignazio mostrando la via di continuare questa lotta con armi spirituali. Di fatti tra i primi sei compagni del Loyola furono, con un portoghese e un savoiardo, quattro spagnuoli e per lungo tempo ancora la patria del fondatore fornì a lui i discepoli più capaci, tanto più preziosi per il maestro in quanto che molti di essi si misero a sua'disposizione solo dopo terminati i loro studii in qualità di dottori di teologia o delle leggi, o come provati predicatori e pastori d’anime. Quindi trovansi spagnuoli anche quasi dappertutto, ove opera il nuovo Ordine.1 Lo spagnuolo Doménech lo trapianta in Sicilia, d’Eguia in Francia, Francesco Saverio e Cosmo de Torres in India e Giappone. Spagnuoli accompagnano legati pontifici in Polonia e Germania, splendono come teologi al Collegio romano ed a Parigi come in Trento. Spagnuoli sono i principali consiglieri del Loyola : Polanco, Nadal, Lainez; spagnuoli i tre primi generali dell’Ordine. Quanto* amorevolmente venisse accolta dalla sua patria la creazione del Loyola è addimostrato dal grande numero di collegi, che vi sorsero in poco tempo. Sotto Paolo III ne ebbe uno Valencia fin dal 1544; seguirono nel 1545 Valladoilid, Gandía, Barcellona, nel 1546 Alcalá, nel 1548 Salamanca, e, salito al trono Giulio III, nel 1550 Burgos, nel 1551 Medina del Campo, nel 1552 Oñate, Cordoba nel 1553. L’anno 1554 sorsero case ad Avila, Cuenga, Plasencia, Siviglia, Granada, Simancas (noviziato), Sanificar de Barameda, nel 1555 a Murcia e Saragozza, nel 1556 un collegio a Monterrey in Galizia.2 Nel 1554 questi collegi albergavano già 139 gesuiti ;3 nei quattro primi mesi dello stesso anno entrarono nell’Ordine 9 egregi uomini ad Alcalá, 10 a Valencia ed a]la fine di marzo Nadal ricevette 11 studenti a Sala- 1 Astrain II, 567. 2 Ibid. I, 257 ss., 298 ss.. 412 ss. 3 Catalogo ibid. 409-411. Pastor, Storia dei Papi, VI. 9