262 Giulio Ili. 1550 1555. Libro I. Capitolo Oc. suo splendore e la sua corruzione.1 Ivi erano anche frequentati alberghi, come l’albergo del Leone in via Tor di Nona e nella sua continuazione quello dell’Orso. Quest’edificio medievale a mattoni, nei cui archi tondi e ornamenti si afferma già un elemento arieggiante all’ antichità, si è conservato, sebbene chiuso entro altre fabbriche e mutilato, e serve tuttora da albergo.2 Non lungi dall’albergo dell’Orso aveva la sua casa ornata di antichità il maestro di camera di Giulio III, Giovan Battista Galletti. 3 Per i grandi signori del rione di Ponte, che v’abitavano ammassati, eminenti artisti del rinascimento crearono nel garbuglio di vie ondeggiante per vivo movimento di questo quartiere del Quattrocento, spesso su piano angusto e irregolare, palazzi distinti per grandiosità e nobile splendore, che, come quasi tutte le abitazioni dei notabili celavano molte antichità.4 Solo troppi di questi edifici, come l’ampio palazzo Altoviti e l’elegante casa dei Bini,5 sono stati completamente distrutti. Altri, come il già palazzo da cardinale di Alessandro VI, la così detta Cancelleria vecchia (ora Sforza-Cesarini), abitata sotto Paolo III dapprima dal cardinale Antonio Pucci, poi da Guido Ascanio Sforza,0 vennero deturpati da restauri. Tuttavia oggi pure si ammira nella sua originaria bellezza il pittoresco palazzo Alberini-Cicciaporci, una caratteristica costruzione di Giulio Romano, e il capolavoro di Iacopo Sansovino, il palazzo Niccolini-Amici, in origine eretto per il banchiere Giovanni Gaddi, che lo fece un centro per gli artisti e letterati del suo tempo.7 In via Giulia, dove abitarono anche Benvenuto Celimi e dal 1542 Costanza Farnese,8 sorge, del tutto intatta all’ esterno, la severa grandiosa casa (ora palazzo 1 Sopra il disordine dello Cortigiane, come chiamavansi allora le pubbliche peccatrici, che continuavano la loro opera persino nelle chiese, coi nostri dati in vol. Ili, 94 s., v. ora anche Tacchi Venturi I. 182 e Calvi in Nuona Antologia CLII (1909), 597 s. 2 V. l’articolo Un albergo del Quattrocento nel periodico Emporium XXIII (1906), 72 s. Ivi scese nel 1554 il conventuale di Salem M. Rot ; v. il suo Hin. Rom. 248. Cfr. pure Noack, Das deutsche Rom 52 s. 3 Cfr. Aldroandi 186 s. ; Hübner I, 100. Francesco d’Aspera, tesoriere di Giulio III, possessore parimenti di antichità, abitava presso S. Macuto : cfr. Bu-falini, ed. Ehrle 43. 4 Ai/droandi conosce piii di 100 simili case. In generale non c’era forse al- cun palazzo notevole, in cui non si trovasse un paio di antiche statue, teste, rilievi o iscrizioni. Hübner I, 74. 6 Cfr. il nostro vol. IV 1, 362 s. ; v. anche Lanciani, Renaissance 276, 286 ; Rodocanachi, Rome 233. 6 Pucci è nominato nel panorama di Heemskerck (vedi de Rossi, Pano-rana 12) ; G. A. Sforza nella pianta del Bufalini G. 7 Cfr. Letaroiiilly I, 14; àdinolfi. Canate 44 s.; Baracconi, Rioni 269. 3 Cfr. Massarf.lli presso Merk le I, 145; Lanciani, Scavi li, 152.