Documenti inediti e comunicazioni d’archivii. N. 42, a. 1555. 627 elle fu poi Papa Marcello precessor di Y. Stà, discorrendo meco in Eu-gubio nella materia della riformatione, il giorno avanti ohe egli quindi si partisse per venire a Roma, quando seguì la sua esaltazione, mi disse, tra le altre cose, die il papato è come il zambellotto, il quale sempre conserva quella piega che egli prende da principio et che qual Papa dal principio del suo papato alla riformatione non mette mano, non bisogna che speri di poter più far cosa buona. Così diceva egli et si come V. con lui fu di animo conforme, credo anchora che ella sia della medesima opinione. Se nel principio adunque si ha da cominciare, si ha anche da metter mano al principio et al capo della chiesa. Il capo è Roma, dalla quale tutti gli stati et tutte le conditioni delle persone hanno da prender la regola. Et in Roma dopo V. St& (dalla cui vita et dalla cui dottrina ogniuno si può riformare, se vuole haverla per esempio), principale è il collegio de’ cardinali; tra quali prego il Sigr Dio che non vi sia opposi-tione di vita nè di dottrina. Dopo questi sono i vescovi, i quali in Roma sono piante inutili et doverebbono esser trapiantati in terreno dove ha-vessero da far frutto. Ma: pur che non ve ne sieno di quelli, che in luogo di fruttificare ad utilità de popoli, apportino mortifero veleno. Colpa di chi infino ad hora ha dato le prelature et i beneficii senza guardare a cui. Et che abuso è questo? Ho detto abuso? Che abominatione è introdotta nella chiesa di Dio? Se haverò figliuoli del corpo infermi, prenderò pensiero che siano medica'ti da persona dotta e prattica di medicina. Et che dico figliuoli? se haverò un branco di pecore (per non dir parola più dislionesta), non lo darò, se non saprò prima che colui sia atto alla cura di quelle. Et le anime, create alla similitudine di Dio et ricomperate col santissimo sàngue del signor nostro Jesu Christo, sono non raccomandate al governo, ma gittate alla tirannia di chi molte volte non sa pur regger le proprie sue mani, gli occhi suoi et la sua lingua. Et da questo inconveniente ne nasce poi quell’altro, che i vescovi, i quali sono stati creati senza consideratione, senza consideratione danno i sia,L cerdotii, la amministratione de sacramenti et la cura delle anime alla feccia de gli huomini. Hanno bisogno si la Dataria, la Cancellarla et la Penitentiaria di esser riformate, et da tor via si hanno le simonie, che si fanno ne’ contratti de’ beneficii; ma quella non penso che habbia da esser gran fatica, nè di molti giorni fra persone che tutto dì hanno tal materie fra le mani. Questa è la i mporta ut ia che huomini di buona vita et di sana dottrina habbiano le prelature, accioche la universal chiesa di Dio sia ben regolata: chè questo è quello che leverà gli abusi et serrerà la bocca alla heretica pravità. Io parlo securamente et liberamente in questo suggetto, come colui che in me ho conosciuto et proveduto a. quello che veggo et danno in altrui. Chè, essendo a me data intentione di dignità ecclesiastiche, sapendo io l’ordine de’ sacri canoni essere che per gradi a quelli si ascenda, non havendo io mai servito la Chiesa, ne bene essendo sofficiente a governar l’ianima mia, et intendendo di quanto carico sia la dispensatione de’ beni de’ poveri, mi ho eletto di starmene in vita secolare, non volendo in me consentire a quello abuso il quale in altrui biasimo nelle mie scritture. Et così ho anche messo silentio a maldicenti che già andavano divulgando che io era papista, perciò che uccellava a beneficii. Et di questa buona mente, la quale il signor Dio ha donata a me, prego la sua sempiterna Maestà che ne faccia