Il cardinale Roberto de’ Nobili. 123 eccellente. Un cardinale, al quale potevano volgere lo sguardo colle maggiori speranze anche i patroni del partito della riforma cattolica, era Roberto de’ Nobili. Fornito di belle doti intellettuali — già a dieci anni avrebbe ¡parlato latino e greco — egli di-stinguevasi molto più ancora per le sue virtù. Al pari di Luigi di Gonzaga, col quale in genere ha molta somiglianza, era sopratutto di delicatissima coscienza quanto alla purezza del cuore. Egli non riusciva mai ad averne abbastanza dei suoi esercizi ascetici. Digiunava rigorosamente, dormiva su una tavola, portava il cilicio, assisteva quotidianamente alla santa Messa, ascoltava di frequente le prediche e riceveva spesso la santa comunione. Per umiltà non volle che gli si facesse il ritratto. Fa testimonianza della sua profonda e intima pietà fra altro una magnifica lettera consolatoria da lui diretta a un amico infermo. Del favore, di cui godeva presso Giulio III, egli servissi soltanto per aiutare bisognosi. Più volte pensò a deporre la dignità cardinalizia ed a ritirarsi in un Ordine; il gesuita Polanco, suo confessore, ne lo distolse. Assistito dal medesimo, egli morì dopo dolorosa malattia pienamente rassegnato alla divina volontà il 18 gennaio 1559. Lui defunto così precocemente venerarono quale un santo uomini come Carlo Borromeo, Bellarmino e Baronio.1 Giulio III avrebbe accolto volentieri nel supremo senato della Chiesa anche un altro uomo, il quale possedeva qualità distinte altrettanto come Nobili, il duca di Gandia, Francesco di Borja, un pronipote di .papa Alessandro VI. Borja (Borgia) era giunto a Roma il 23 ottobre 1550, scendendo presso i Gesuiti2 e pochi dì dopo era stato ricevuto dal papa. Credevasi che il duca si fosse portato a Roma per il giubileo. Solo pochissimi sapevano che fin dal 1548 Francesco di Borja era entrato nella Compagnia di Gesù, ma ottenendo da Paolo III la facoltà di conservare per altri tre anni la sua posizione di principe.8 Borgia approfittò di questo re- 1 Colle biografìe di Ttjrigio (1632) e B artolucci (1675) v. specialmente Naro, Vita del Card. Bob. Nobili, Urbino 1728. Parigi (Notizie del card. B. Nobili, Montepulciano 1836) non dà quasi nulla di nuovo. La lettera consolatoria, che avrebbe meritato un posto nella raccolta di Reumont, presso Naro 20 s. Giulio III diede egregi maestri a Nobili nelle persone di Giulio Poggiano e Ottavio Pantagato (cir. Tiraboschi VII 1, 28 [ed. romana]). Sulla morte del cardinale v. anche Massarellt 329, che gli tributa grandissima lode e * Avviso di Roma del 21 gennaio 1559 in Cod. TJrb. 1039 della BibliotecaVaticana. L’epitafio di Nobili presso Forcella V, 254. Anche A. Cervini nella * Vita di Marcello IT (v. sotto il nostro libro II, cap. 1) dice di R. Nobili : * « Questo mirabilmente risplendè in tutte le virtù morali come Christiane, ma il mondo non fu degno di cosa sì pura ».(Biblioteca di Ferrara). L’onorifica iscrizione apposta al Nobili nel palazzo civico di Montepulciano in Misceli. Montepulc. dell’Archivio Ricci in Roma. 2 V. Cartas de 8. Ignacio II, 534. s. 3 Cfr. il nostro voi. V, 414 s.