124 Giulio III. 1550—1555. Libro I. Capitolo 4 6. spiro per ammogliare i figli maggiori, per ordinare le sue faccende e per coronare con l’esame dottorale addì 20 agosto 1550 gli studii teologici cominciati nel 1546. Poiché oramai il figlio maggiore nell’agosto 1550 era diventato maggiorenne, egli concepì il pensiero di cedere al medesimo il suo ducato e di mettersi a Roma a disposizione del suo superiore Ignazio di Loyola.1 Ottenuto dall’im;peratore ai 5 di gennaio 1551 il necessario assenso per l’attuazione del suo progetto, Borgia diede anche al papa comunicazione dei voti monastici, che lo vincolavano, e della sua intenzione di rinunciare a tutti gli onori mondani. Giulio III invece formò il piano di elevare a cardinale quel distinto principe. Borgia prevenne tale onore fuggendo sul far della notte addì 4 febbraio 1551 nella piccola cittadella basca di Oñate nel Guipúzcoa. 2 Ivi, giunto che fu il permesso imperiale, con atto notarile dell’11 maggio 1551 egli rinunciò alle sue terre, rendite e titoli e cominciò la sua nuova vita raccogliendo colla bisaccia e in un semplice abito da gesuita elemosine nelle vie di Oñate. Il cambiamento di vita d’un uomo sì elevato fece la più grande impressione. Giulio III aveva concesso indulgenza plenaria a chi devotamente assistesse alla prima Messa pubblica del Borgia e questi il 15 novembre dovette dirla all’aria aperta: erano accorse alla festa 12000 persone ed a più di 1240 devoti egli distribuì la comunione. In seguito il Borgia, dapprima come predicatore, poi come superiore, colla sua autorità e la sua capacità di governare prestò all’Ordine i più grandi servigi. Mediante due copiosi doni in denaro rese possibile ad Ignazio- di Loyola la fondazione del Collegio Romano della Compagnia di Gesù, un istituto d’istruzione, che per la dovizia delle materie d’insegnamento ben presto oscurò l’università romana.3 Allorché nel marzo 1552 Carlo V tornò a proporre pel cardinalato l’egregio spagnuolo, Giulio inclinava a corrispondere a questo desiderio,4 ma Ignazio di Loyola si portò in persona dal papa rappresentandogli che e’ sarebbe stato di gran lunga più giovevole all’onore di Dio qualora il già duca di Gandia fosse rimasto nello stato d’umiliazione che egli stesso s’ era scelto.5 Giulio III si lasciò persuadere ed anzi osservò ch’egli pure avrebbe preferito la condizione di semplice gesuita alla sua giacché « voi non avete da pensare che come servire Iddio e noi abbiamo molti ostacoli, che ci di- 1 P. Suau, Ilist. de St. Francois de Borgia, Paris 1910, 210 ss. Astrai» I, 290 ss. Il diploma dottorale del Borgia in data 20 agosto 1550 in Sanctus Fran-ciscus Borgia II, 703 ; il suo testamento del 26 agosto 1550 ibid. I, 537 sì». 2 Mon. Ignat. Ser. 1 III, 353 ; IV, 257, 430. 3 Polanco il 14 settembre 1555: Mon. Ianat. Ser. 1 IX, 608. 4 Cfr. Suau 270. 5 V. Mon. Ignat. Ser. 1 IV, 255 ss., 283 ss.