Le truppe francesi in Italia. Sorprese a Roma pel card. Carafa. 407 ora videsi obbligato ad abbandonare il suo doppio giuoco diplomatico ed a prendere risolutamente partito per i francesi, quantunque non avesse affatto fiducia in essi.1 A Reggio si tenne consiglio di guerra sul punto, verso il quale l’esercito dovesse dapprima dirigere l’attacco. Le opinioni furono molto discrepanti, ma da ultimo, con grave cruccio del duca di Ferrara lasciato senza difesa, si deliberò che l’armata francese dovesse sulle prime entrare in Romagna : il papa poi deciderebbe se di là volgersi, come bramava ardentemente il Carafa, contro la Toscana, o avanzare per le Marche contro il regno di Napoli.2 Mentre le truppe mettevansi in movimento alla volta di Romagna, Guise e Carafa accorrevano a Roma, arrivandovi il martedì grasso, 2 marzo. Il più splendido ricevimento aspettava il celebrato ospite, che scese in Vaticano negli appartamenti del Carafa. Per quanto pure ora il Carafa s’esprimesse violentemente contro gli spagnuoli ed il papa si addimostrasse così risoluto ad andare in una colla Francia, Guise tuttavia trovò molto al disotto della sua aspettazione i preparativi militari : inoltre subito si fecero notare numerose diversità d’opinione e dissidii personali.3 Anche una delusione d’altra natura ebbe a provare Carlo Carafa. Il nepote era ritornato a Roma persuaso che fosse immutata la strapotente influenza da lui prima esercitata sul papa, ma ben presto dovè esperimentare ch’egli non possedeva più affatto il potere d’una volta sullo zio cotanto suscettibile di nuove impressioni. Il cardinale, così giudicavano i suoi migliori amici, non avrebbe mai dovuto allontanarsi dal papa.4 La prima sorpresa che toccò al Carafa in Roma fu che era caduto in piena disgrazia presso il papa Silvestro Aldobrandini, dalla morte del Casa primo segretario e confidente di tutti i piani del Cardinal nepote. Carafa fece tutti i tentativi per salvare il suo fedele collaboratore, ma il papa rimase inesorabile. « Se ho dato un ordine - così tonò egli al nipote - la sia finita. Voi, signor cardinale, dovete eseguire la mia volontà ». Il giorno seguente si tenne presso il papa una conferenza, a cui oltre Carafa parteciparono Guise, Strozzi e l’inviato francese. In quest’occasione Paolo IV 1 Cfr. Ancel, Sienne 56, 58 e Nonciat. I, cu. 2 V. Corresp. de D. du Gabre, ed. Vitalis 155 ; Nores 162 s. e la eccellente esposizione di Ancel, Sienne 61 s., cfr. anche i brevi ad Ercole presso Raynald 1557, n. 6 (di nuovo presso Fontana, Benata I, 554 s.) e Duruy 356 s. 3 Vedi Massarelli 303 s. ; Ribier II, 678 s. ; Brown VI 2, n. 825 ; Turn-'Btjll n. 580 ; le * relazioni del « vescovo di Anglo ria » in data del 3, 6 e 7 marzo 1557 (Archivio di Stato in Modena) e Cola Coleine, * Diario (Biblioteca Chigi). Sulle fortificazioni ordinate il 6 marzo 1557 a tutela delle porte di Roma vedi Lanci ani III, 153 s. 4 * Lettera del vescovo d’Anglona del 7 marzo 1557 (Archivio di Stato in Modena); vedi Ancel, Sienne 72.