506 Marcello II e Paolo IV. 1555-1559. Libro II. Capitolo 5 a. Al principio d’agosto i fautori del cardinale ne domandarono la liberazione. Fu loro risposto che si troverebbe una via a ciò qualora Morone chiedesse grazia al papa. Ma non vi fu modo d’indurre Morone a tal cosa. La grazia - dichiarò egli - presuppone una colpa e perciò non posso chiederla; l’unica cosa ch’egli desiderava essere giustizia, anche se lo si dovesse tener prigione in Castel S. Angelo finché vivesse.1 Poiché nella coscienza della sua innocenza persistette in questo punto di vista,2 Morone dovette rimanersene nelle oscure segrete di Castel S. Angelo fino alla morte di Paolo IV. Parve che, oltre Morone e Pole, anche altri cardinali dovessero essere tratti a rendere conto dinanzi all’inquisizione. Nella seconda metà di agosto del 1557 l’inquisizione ordinò la cattura del segretario del Cardinal Bertano, d’un famigliare del Cardinal Farnese e d’un teologo del Cardinal du Bellay. Questi imprigionamenti vennero posti in relazione con lesione dell’ortodossia, ma pare che ciò sia stato un errore, perchè da altra parte il procedimento contro i suddetti è motivato da gravi falli morali, di cui s’erano resi colpevoli. Del Cardinal Morone ora per un certo tempo non si parlò più : sembrava, come notifica un contemporaneo, ch’egli fosse stato cancellato dal libro dei viventi.8 Quando poi l’Alba riportò l’attenzione su di lui tenuto in rigorosissima prigionia e intercedette per lui, non si ebbe altro seguito da quello in fuori, che il processo ritornò in corso.4 Non si avverò la rapida conclusione del procedimento promessa all’Alba.r' Poiché il cardinale confutò in modo persuasivo le accuse sollevate contro di esso ed aveva dimostrato come precisamente lui avesse proceduto contro persone, le quali avevano sostenuto le opinioni eretiche a lui rinfacciate,0 la sua detenzione va condannata nel modo più vivo. Paolo IV era dominato da una specie di idiosincrasia, che Morone come Pole fossero in- 1 V. la ** relazione di Navagero del 5 agosto 1557. Biblioteca di Corte in Vienna. 2 V. la lettera del 18 settembre 1557 in Leti, de' prine. I, 195. 3 V. in App. n. 67 1’* Avviso di Roma del 21 agosto 1557 ; cfr. Navagero presso Brown VI 2, n. 996. Con * lettera del 21 agosto 1557 Bernardino Pia notifica al cardinale E. Gonzaga, cbe da principio il Cardinal Bertano era stato molto preoccupato per la carcerazione del suo segretario Adriano da parte del- l’Inquisizione, «ma poi ch’ella è chiarita che tal captura è per interesse particolare del med'no m. Adriano imputato per heretico et d’haver mangiato carne il venerdì ella si è consolata ». Il « teologo » del Bellay, che allora fu parimenti carcerato dall’inquisizione, qui pure non è ricordato col suo nome. Archivio Gonzaga in Mantova. 4 Cfr. Navagero presso Brown VI 2, n. 1041 e 1042, 1’** Avviso del 9 ot- tobre 1557 e Tacchi Venturi I, 538 s., n. 3. 6 V. la * lettera di B. Pia al cardinale E. Gonzaga del 22 settembre 1557. Archivio Gonzaga in Mantova. 6 Cfr. Navagero presso Brown VI 2, n. 1062.