L’Inquisizione romana. Questioni con Venezia. 147 clena e Ferrara era specialmente minacciato il territorio della repubblica di Venezia.1 Nel 1550 Giulio III tenne in proposito viva corrispondenza col nunzio Beccadelli. La Signoria non lasciò mancare misure contro gli eretici, fra i quali erano molti anabattisti.2 Ma raccordo tra Roma e Venezia venne seriamente turbato quando il consiglio dei Dieci deliberò nel novembre del 1550 che nella sentenza finale contro eretici dovesse sempre essere presente anche un rappresentante della podestà civile. In ciò il papa vide una minaccia alla libertà ecclesiastica ed una violazione degli antichi canoni e, sia coll'inviato veneto, sia col nunzio, espresse apertamente la sua disapprovazione di quell’ordine.3 Poiché anche altrove intervenivano di frequente misure simili, Giulio III fece redigere una bolla a tutela del diritto ecclesiastico contro usurpazioni di autorità civili. Il papa sottopose il documento all’inquisizione romana, che l’approvò la prima volta in una seduta del 30 dicembre 1550, poi il 2 gennaio 1551.4 La bolla venne pubblicata il 27 marzo 1551 : energicamente e colla minaccia della scomunica essa comandava che fuori delle persone incaricate dalla romana Inquisizione nessuno avesse da ingerirsi nel procedimento contro eretici, non venendone però pregiudicato il diritto dei vescovi. 6 Grazie all’abilità del nunzio Beccadelli si ottenne un componimento nella questione colla repubblica veneta, che venne approvato anche da Achille de’ Grassi mandato appositamente dal papa a Venezia.5 1 V. i brevi presso Raynald 1550, n. 37 s., 57 e Fontana 411, 418, 419, 420 s. Cfr. Tacchi Venturi I, 306, 329 s. In Jiiv. crist. Ili e IV Cohba dà un prospetto degli accusati dall’inquisizione veneta dal 1541 al 1600. Sugli anabattisti nel Veneto vedi Druffel II, 15 ; Theól. Studien und Krìt. 1885, 22 s. ; Ben -rath, Reform, in Venedig 78 ss. Quanto a Brescia v. il * breve per quel vescovo ausiliare del 22 maggio 1550 (Arm. 41, t. 56, n. 459. Archivio segreto pontificio). Cfr. Brown VI 3, App. n. 122. 2 Con Fontana 411 e Massarelli 170, 172, 175, 184 cfr. Beccadelli 1, 96 ss. Una collezione completa delle * relazioni di nunziatura del Beccadelli da Venezia dal 1550 al 1554 in Cod.. Vai. 6752 della Biblioteca Vaticana. 3 Vedi Massarelli 202, 203, 204; Beccadelli I, 99 s. 4 Vedi Massarelli 207 s., 209. 5 La bolla Licei a diversis (Bull. VI, 431 s. e anche in Fontana 416 s.) lia la data del 18 marzo 1551, ma fu pubblicata solo il 27 marzo (vedi Massarelli 220). Sul documento cfr. Phillips VI, 581 s. ; Hergenröther, Staat und Kirche 607. 6 Per il componimento con Venezia Hinschius (VI, 336) rimanda soltanto n Sarpi, Discorso dell'officio dell'inquisizione, Genova 1639, 2, 39 ss. ; a lui come anche al Druffel (I, 865) sono sfuggite le importanti correzioni e comunicazioni di Beccadelli (I, 102-104). In modo affatto insufficiente è informato Go-tiiein (Ignatius 526). Cfr. inoltre Massarelli 223. Che il papa già subito dopo !'< sua elezione volesse procedere contro l’ingerenza di laici usuale a Venezia, ri-sulta dalla * relazione di Serristori del 2 aprile 1550 (Archivio di Stato in i r e n z e) ; v. inoltre Brown V, n. 656 ; cfr. ibid. 684. Giulio III precisa il suo