Inizio dell’opera della congregazione speciale. 433 procuratori degli Ordini il cappuccino Francesco Soleto, fra i canonisti Silvestro Aldobrandini.1 Fissato poi che fu anche l’ordine per le discussioni della congregazione per la riforma, la quale con suoi quasi 150 membri rappresentava di fatto una spècie di concilio,2 potè cominciarne l’azione. Prima, l’il marzo, il papa convocò in Vaticano tutti i membri. I cardinali si riunirono in una stanza a lato della Sala di Costantino, dove il Santo Padre dichiarò loro essere venuto il momento di prendere misure contro 1’«eresia simoniaca» e d’estirpare così la radice e fonte di tutti i mali; poi, con approvazione generale, fece la proposta di mettere in esame il seguente articolo: Può un superiore ecclesiastico, senza cadere in simonia, accettare doni spontanei o chiederli o esigerli sottraendo beni spirituali per l’esercizio, conforme all’ufficio, della sua podestà ecclesiastica? Dopo ciò vennero introdotti i prelati, ai quali il papa stesso fece nuovamente le relative comunicazioni. Allora i prelati recaronsi tutti nella Sala di Costantino, dove erano raccolti gli altri membri della congregazione. A questa rivolse il papa una terza allocuzione, in cui molto abilmente espose in altra forma ciò che prima aveva detto ai cardinali e ai prelati/ L’articolo da discutersi venne tosto stampato e messo a disposizione di tutti i membri della congregazione. Alcuni, come Lainez, s’accinsero immediatamente a comporre pareri.4 Ciò che allora agitava il papa l’apprendiamo da un interessantissimo colloquio ch’egli ebbe col Navagero il 13 marzo 1556. In esso Paolo IV fece osservare che impiegava tanto tempo per la riforma allo scopo che riuscisse bene; non volere in una cosa così importante agire del tutto di sua testa, ma ascoltare eziandio altri. Quanto più fortemente si esprimevano le proprie opinioni, averlo tanto più caro, volendo egli apprendere la verità. Poscia tornò a parlare dell’abolizione della simonia. Illustre ambascia- 1 V. * Concilio 79, f. 41h ss. ; cfr. Ancel, Concile 13 s. Nella sua * lettera dell’ultimo febbraio 1556 Navagero osserva circa i 21 nuovamenti eletti : « questi non sono stati elletti con le fave come li primi, ma racordati dalli revmi decano, Cesis et Trani presidenti delle tre classe per età al pontefice et dal medesimo confirmati di modo che con tanto numero le cose saranno più longhe et bavera forma quasi de concilio ». Biblioteca Marciana in Venezia. 2 V. * Concilio 79, f. 50-51 ; cfr. Ancel, Concile 14 s. 3 Y. * Concilio 79, f. 48b ss. (Archivio segreto pontificio); cfr. Massarelli 289, la prima lettera di Navagero del 14 marzo presso Brown VI 1, n. 424 e Ancel, Concile 15 s. 4 Cfr. Lainez, Disput. Trid. (ed. Grisar) II, 325 s. ; cfr. Histor. Jahrbuch Vili, 725. Appartengono allo stesso tempo i trattati sulla simonia di G. Sirleto e P. Drago, addotti da Ancel (Concile 16, n. 3). Sirleto fu nominato da Paolo IV protonotario (vedi Bromato II, 485) ed incaricato d’istruire i nepoti. Il suo trattato sulla simonia anche nel * Cod. Vatic. 3511 della Biblioteca Vaticana . Pastok, Storia dei Papi, VI. 28