6 Giulio III. 1550-1555. Libro I. Introduzione. Poco prima della morte di Paolo III la considerazione del possesso di Parma e Piacenza tornò a produrre nel seno del Collegio cardinalizio uno spostamento nella posizione dei partiti. Addì 14 luglio 1547 l’inviato imperiale Mendoza esponendo al suo signore le aspettative della futura elezione papale,1 distingueva ancora nel Sacro Collegio a lato di un gruppo neutrale tre partiti particolarmente interessati : gli imperiali, i francofili e le creature di Paolo III. Ma dopo che Alessandro Farnese si fu volto all’imperatore e ne aspettava la restituzione di Parma e Piacenza,2 unironsi anche nel Collegio cardinalizio gli imperiali e gli aderenti dei Farnese. Il 19 novembre Farnese aveva fatto un tentativo di mettere le mani avanti in questo negozio anche senza di Carlo V facendosi attestare dal Collegio cardinalizio la genuinità della lettera, nella quale poco prima di morire Paolo III aveva comandato che Parma venisse restituita a Ottavio Farnese. Per questo tentativo la relazione di Alessandro Farnese coll’imperatore non venne cambiata già per il fatto che Camillo Orsini, comandante di Parma, si rifiutò, a malgrado del Collegio cardinalizio, di consegnare Parma ad Ottavio.3 In sostanza quindi nel conclave erano da considerarsi solamente due partiti, l’imperiale e il francese. Al primo appartenevano 4 gli spagnoli Alvarez de Toledo, Mendoza, Cueva, Pacheco ; inoltre Carpi, Morone, Crescenzi, Madruzzo, Sfondrato, Duranti, Alessandro e Ranuccio Farnese, Medici, Maffei, Gonzaga, Doria, Sforza, Savelli, Cornaro, Rovere, Truchsess, Pole. Di fronte a questi ventidue seguaci deirimperatore stavano ventiquattro cardinali di sentimenti francesi, cioè i dodici francesi Armagnac, Meudon, Lenoncourt, du Bellay, Guise, Chàtillon, Vendòme, Tour-non, de la Chambre, d’Amboise, Lorena, Bourbon ; inoltre, degli italiani, i quattro cardinali vescovi e seniori del Sacro Collegio de Cupis, Salviati, del Monte e Carafa,5 come pure Cesi, Verallo, Ridclfi, Pisani, Sermoneta, Este, Capodiferro, Crispi. Anche Filonardi si accordava per lo più con essi. Dichiaravansi neutrali Cibo, Gaddi e il portoghese de Silva. Cervini stava al disopra dei partiti : a lui come al Carafa il Guise fa la testimonianza, che essi non seguivano che la loro co- 1 Dollingetì, Beiträge I, 92. 2 V. il nostro vol. V, 638. Sui motivi, por i quali Farnese .iderì agli imperiali, cir. Maffei presso Mekki.e II, 26. 3 Massarei,t.i 16, 17. Druffel I, 316. Ofr. il nostro vol. V, 638. 4 Secondo il calcolo di Massarelli (p 97). Ayala (presso Druffel I, 333) computa Cibo fra gli imperiali ; avrebbero votato per Pole anche de Silva, Cervini e Rovere. 6 Guise ( Ri hier II, 261) non novera fra i cardinali francesi il Carafa. Ma anche nel catalogo di Masius (Archir für Gesch. des Niederrhems di Lacom-blet VI, Köln 1868, 157) il Theatinus compare tra gli aderenti dei francesi.