40 Giulio III. 1550-1555. Libro I. Capitolo 1. gine.1 Già ai 17 di febbraio otteneva perdono e restituzione Asca-nio Colonna. Anche i Baglioni vennero rimessi nei loro diritti e alla città di Perugia fu ridata una parte delle sue libertà municipali. 2 Giulio III prese adatti provvedimenti per togliere di mezzo dissidii e agitazioni, che durante il lungo conclave erano sorte in alcuni luoghi del territorio pontifìcio.3 A tutti i banditi egli interdisse la dimora nello Stato della Chiesa. I conservatori ricevettero le più categoriche assicurazioni circa la rigida amministrazione della giustizia e l’approvvigionamento di Roma a grano in una col più severo invito d’adempiere al loro dovere in ispecie contro speculatori in grano senza coscienza.4 Più di tutto il nuovo papa diedesi attorno per manifestare i suoi buoni sentimenti e le sue oneste intenzioni ai sovrani delle due grandi potenze, che stavansi di fronte in rabbiosa ostilità: dipendeva infatti dal loro assenso e cooperazione l’assettamento delle due questioni, che Giulio III aveva ereditate insolute dal pontificato del suo predecessore, la conferma cioè dei Farnese a Parma e la continuazione del concilio di Trento. Era cosa oltremodo difficile guadagnarvi Carlo V ed Enrico II di Francia perchè ciò che uno approvava, l’altro soleva rifiutare e aggiungevasi che l’elezione del cardinale Monte a pontefice non aveva corrisposto nè alle intenzioni dell’imperatore, nè a quelle del re francese. 5 Tanto più quindi Giulio III pose il suo pensiero a disporre favorevolmente i due principi. Molto assennatamente egli conferì 1 * « Domandando il card. Farnese S. S.tà 20000 scudi da pagare le spese fatte in Parma per far uscire il s. Camillo, risposono alcuni : Padre santo, non si farà niente, perchè la somma non è gran fatto meno di 25000. Disse all’hora il papa : dienghesi 30000... et così fu ispedito con lettere di cambio di 30000 scudi d’oro. Queste così fatte dimonstrationi fanno stupire il mondo et concludere ognuno che costui ha da farsi schiavo il mondo », scrive P. Olivo addì 15 febbraio 1550. Archivio Gonzaga in Mantova. 2 Vedi Massarelli 155 : ** lettera di Lod. Strozza a S. Calandra da Bologna 16 febbraio 1550 (A r c h i v i o Gonzaga in Mantova); * relazioni di Serristori del 3, 9, 10 marzo e 4 aprile 1550 (ArchiviodiStatoin Firenze); Muzio. Lett. 156, • 161. I * brevi relativi alla restituzione degli antichi privilegi di Perugia e di quei magistrati hanno la data del 28 febbraio e 21 aprile 1553 (Biblioteca in Perugia). Il fatto è eternato in un affresco nel palazzo comunale e nella statua (vedine l’iscrizione presso Ciaconius III, 769) ricordata qui sopra, p. 36, u. 4. 3 V. i * brevi a P. A. de Angelis, episc. Nepesino, in data del 26 febbraio 1550 (ad inquirendum, covrirà Firmano») ; nSebast. Rutilonus (commissariato contro turbolenti di Terni, cupientes statura nostrum, faeinorosis homivibus espurgare), del 3 marzo ; Communitati Iteramne, del 26 marzo ; Bernardo flaccho (commissariato contro il conte di Pitigliano), del 26 marzo , Guberna*oribus Spolet., Interarmi et Seat, (contro Seb. Arronius reo di lesa maestà), del 15 aprile ; Rutilio Troilo (commissariato contro il conte di Pitigliano), del 22 aprile. Arm 44, t. 55, n. 71, 106, 221, 224, 305, 338. Archivio segreto pontifìcio. 4 Y. in App. n. 6 la * relazione di Serristori del 26 febbraio 1550. Archi-viodi Stato in Firenze. 5 A ragione rileva fortemente i punti di vista indicati nel testo Pieper (p. 4).