64 Giulio III. 1550-1555. Libro I. Capitolo 2 a. Nella bolla, che evita di fatto il termine «continuazione», Giulio III designa come suo proposito quello di adoprarsi per la pace della Chiesa, per l’incremento della fede cristiana e della vera religione e, in quanto sta nelle sue forze, per la quiete di Germania. Poiché in virtù del suo ufficio gli spetta la convocazione e direzione dei concilii generali, il papa rivolge ai patriarchi, arcivescovi, vescovi, abbati e a tutti coloro, cui compete di essere presenti nei sinodi ecumenici, pressante esortazione e invito di trovarsi nella città di Trento per il prossimo Io maggio, che con ciò viene fissato siccome il dì della ripresa del concilio cominciato sotto Paolo III; là si troveranno presenti anche i legati del papa, a mezzo dei quali egli, essendone impedito personalmente, intende tenere la presidenza nell’assemblea.1 Subito ai 15 di novembre la bolla venne mandata nell’originale al Pighino per la consegna all’imperatore. Nella lettera accompagnatoria il nunzio ricevette l’istruzione di pregare Carlo V, perchè fosse pubblicato il più sollecitamente possibile il documento, che doveva rendersi noto in Roma solo quando fosse pubblicato in Germania. Insieme si dichiara perchè in luogo della domenica Laetare proposta in origine era stata stabilita per cominciare la data del Io maggio: esserne stato ragione, che durante la quaresima e per la Pasqua i prelati non dovevano esser lontani dalle loro chiese, poi anche la carestia dei viveri regnante al momento, cui doveva soccorrere la vicina raccolta. Lo stesso giorno, 15 novembre, si mandarono esemplari della bolla anche a Venezia, in Ispagna è Portogallo.2 Il corriere, che trasmetteva il documento, arrivò ad Augsburg il 21 di novembre. Il giorno seguente Pighino presentò la bolla all’imperatore, che lodolla bensì come una scrittura egregia, ma non fu del tutto soddisfatto della forma, temendo che il modo, con cui era fatto menzione degli oggetti già discussi e decisi nelle precedenti sessioni conciliari, potesse dar luogo a un atteggiamento ostile dei protestanti, e per ciò ne differì per un po’ di tempo ancora la pubblicazione. Soltanto ai 15 dicembre potè Pighino notificare a Roma, che la bolla era stata resa nota.3 Dopo solo ohe s’intenda quel che S.M.tà consiglia, et domani che sarà qui il sr Don Diego col sr Gio. Marrique si intenderà l’opinione di S. con la risolu-tione di S. Stil » (Archivio Gonzaga in Mantova). Anche nel gennaio 1552 Giulio III desiderava di eseguire il viaggio (vedi Druffel II, 8, 18 s.), ma non ci s’arrivò. 1 Raynald 1550, n. 21. Bull. VI, 430 s. Su una convocazione del concilio inventata da protestanti, che in realtà è una satira, vedi Menzel III, 364, n. 1 ; cfr. Hubert 78 s. 2 Vedi Massarelli 200 s. ; Nurdiaturberichte XII, xxxvii. 3 Cfr. Raynald 1550, n. 19 ; Nuntiaturberiehte XII, xxxvii ; Maurenbre-cher 231, n. 14 ; Druffel I, 550, n. ; de Leva V, 111 s.