Documenti inediti e comunicazioni d'archivii. N. 74-75, a. 1557. 653 Dichiarazione orale di Paolo III (182, 1. 7 s. dall’alto): « Dovea farla in scritto ». Colloquio col Salmeron (182, 1. 26 s. dall’alto) : « Questo fu mal fatto ». Detto del Morene di non confidare sulle sue opere (183, 1. 13 s. dall’alto) : « Li tempi non comportano che s’avviliscano le opere et meriti perchè si fa poco bene per il mondo». Relazione con sospetti (185, capoverso: «Un’altra volta costui venne da me etc. »). « Con costui me portai male perchè dovea farlo metter in prigione ». Dubbio su reliquie romane (186, 1. 20 s. dall’alto): «Non dovea dubitar ne parlarne ». Contro la «varietà de ordini» (186, 1. 10 s. dal basso): «Non dovea parlarne in publico ». Detti « de intercessione sanctorum » (186, 1. 6 s. dal basso) : « Questo era voler saper troppo et gran temerità». (187, 1. 4 s. dall’alto): «Questo era ignorantia et incapacità». Alcune linee dopo: «Non lassai mai la salutatione angelica ». Frase sulle parole della preghiera : « vita, dulcedo et spes nostra » (187, 1. 18 s. dall’alto): «Questa fu presumptione et temerità». Frase «de coneeptione virginis » (188, 1. 1): «Non dovea parlarne». « Posso aver detto » etc. (188, 1. 9 s. dall’alto) : « In questo son stato troppo inconsiderato et ignorante et libero ». Colloquii sulla giustificazione (188, terzo capoverso) : « In questo son stato più volte ingannato benché dovea guardarmi meglio ». Contegno col Villamarina (1S8, quarto capoverso): «Non dovea haver tanto rispetto ». Contegno con D. Morando (188, quinto capoverso): «Se in questo son ingannato non so che me dire ». Dopo la firma segue un P. S., che suona così : « Doppo ch’io ho scritto quel che si contien di sopra havendo riletto et ben considerato ho adver-tito, che quasi tutte le cose, nelle quali io posso per errore o ignorantia o per trascuratine et inadvertentia haver dato qualche suspition di me o scandalo, se non ini inganno sono state da X anni indietro o poco meno. Mi è parso con ogni summission far di ciò qui memoria perchè havendo per Dio gratia doppo vissuto tanti anni senza queste occasioni,, se bene come homo fragile in molte et molte cose ho offeso Dio, nondimeno po-tria parere meglio alla clementia di N. Sre giustitiarmi intorno a queste cose secondo la presente giustitia che secondo le sospettione delli passati tempi. Pur la Divina Mtà Sua si degni governare S. Stà et me se condo il meglio et conservarmi nella buona gratia ». Segue da ultimo sempre a p. 26 la lettera accompagnatoria, con cui Morene mandò ai quattro cardinali la sua difesa. 27-35. Difesa del Morene contro le accuse dell’inquisizione. L’accusato le respinge dapprima in generale come senza fondamento e assicura in tutto la sua ortodossia, riferendosi a ciò, che già aveva dichiarato ai quattro cardinali. « In primis petit sibi dari copiam omnium inditiorum hactenus contra eum liabitorum ac concedi tempus conveniens pluriuin dierum, cum tres dies sint terminus nimis brevis, et quod restituantur seu ostendantur sibi suae scripturae quae sunt in manibus fìsci, ut possit illis visis re-