Stasi nel conclave. 23 quaranta per cunto che non si avrà alcun papa in gennaio e il dieci per cento, che neanche nel mese seguente.1 Di simili scommesse si parla poi di frequente.2 In città parlasi di tutto fuorché dell’elezione papale, scrive un servitore del cardinale Gonzaga sotto il 4 di gennaio.3 Tutt’al più dalle cattive condizioni igieniche in conclave spera un altro relatore che venga affrettata l’elezione, per essere dal fumo dei ceri e fiaccole, dall’odore dei cibi e simili talmente guasta l’aria, che parecchi temevano seriamente per la loro salute.4 Un debole tentativo di accordarsi circa l’elezione s’avverò il 2 gennaio 1550. Guise e Farnese combinarono un abboccamento nel quale da ultimo il Guise propose come candidati de Cupis, Salviati, Ridolfi, Lorena, Este e Capodiferro. Farnese rispose che faceva una proposta molto più larga: o eleggesse il Guise un papa dai 23 aderenti al Pole, o permettesse che egli, Farnese, eleggesse al pontificato uno dei 22 votanti per Carafa. Nessuna di queste proposte venne accettata. 5 Le votazioni, che ora seguirono, offrono tanto meno alcun che di notevole per la ragione che i francesi erano risoluti a saltar fuori col loro proprio candidato solo giunto che fosse di Francia il cardinale Bourbon.0 1 * « Stanno anohora in conclave questi revendissimi signori, ne pare che vi sii una speranza al mondo di Papa. Sono divisi in due parti et stanno la dentro ostinati, aspettando l’una il Spirito santo di Fiandra et l’altra di Francia, che Dio sa quando saranno d’accordo, nè può fare il Papa l’una parte senza l'altra, se non si rampano. Si da quaranta per cento che non si farà per tutto questo mese et dieci per l’altro ». Pietro Maria Carissimo a Sabino Calandra il 4 gennaio 1550 (Archivio Gonzaga in Mantova). Mendoza si permise l’arguzia d’augurare ai cardinali buona Pasqua anzi che buon Natale. Gualterius presso Merkle II, 74. 8 Brown V, n. 621 (11 gennaio), n. 627 (15 gennaio), n. 629 (18 gennaio), n. 630 (22 gennaio). 3 * «La cosa è di maniera posta in silentio che d’ogni altra cosa si ragiona qui che di questa ». Giuseppe Inglesco a Sabino Calandra «secretario ducale». Archivio Gonzaga in Mantova. * * «Non s’ha una minima fermeza di dover haver un Papa di qui a quindici dì et di conclavi si sono avute polize et qui in casa nostra et altrove che promettono che presto presto sara fatto un Papa, et acenano a Salviati, mostrando che quei sri reverendissimi sieno sforzati a risolversene se non per altro almeno per non ammorbarsi in quei conclavi, dove dicono che è tanto fumo delli candeli et torchi che vi si tengono accese, et tanta polvere et tanta puzza delli cantari ormali et tinello che vi si fa di continuo, che poco poco più che duri quella festa dubitano da vero di ammorbarvisi ». Giuseppe Inglesco a Sabino Calandra «secretario ducale et castellano di Mantova», 31 dicembre 1549 (Archivio Gonzaga in Mantova). Cfr. Dandolo il 22 gennaio 1550, presso Brown V, n. 630. Il puzzo delle latrine è ricordato di frequente. Fir-manus presso Merkle II, 88, 96. 5 Massabei,li 82. Cfr. la * relazione di Giulio Gentile al gran cancelliere di Milano da Roma 5 gennaio 1550. Archivio di Stato in Milano. 6 Dandolo presso Brown V, n. 618.