L’ Inquisizione romana. 4SI Carpi parteciparono alla seduta dell’inquisizione che Paolo IV tenne il Io settembre 1555 nella sua residenza estiva, al palazzo di S. Marco. Al commissario generale Michele Ghislieri da lunga pezza sperimentato ed all’assessore Giovanni Battista Bizzoni furono allora attribuiti dal papa, per fare processi in cose di fede contro qualsiasi persona per quanto fosse in alto grado, gli stessi pieni poteri, che avevano i cardinali inquisitori.1 Una seduta particolarmente solenne del supremo tribunale della fede tenne Paolo IV il Io ottobre 1555. Vi comparvero, dei cardinali inquisitori, Toledo, Carpi e Puteo, mancando Verallo a cagione di grave infermità. Il papa aveva chiamato a tale seduta anche i più alti ufficiali della città di Roma. Dinanzi a costoro egli in un lungo discorso svolse i seguenti pensieri : dopo che Dio l’aveva elevato a capo della Chiesa, egli considerava suo dovere di mettere innanzi a tutti gli altri gli affari della fede, essendo la fede la sostanza e la base del cristianesimo. Stabiliva quindi che la commissione dell’Inquisizione avesse la, precedenza su tutti gli altri uffici di Roma e che tutti i suoi membri dovessero da tutti gli ufficiali considerarsi in modo rispondente. Costoro dovevano prestare ai membri dell’inquisizione ogni aiuto, anche il braccio secolare. Dal grado con cui si promovesse l’inquisizione dipenderebbe anche la grazia di lui, il papa.2 I tre ricordati cardinali inquisitori erano da anni membri provati del pari che il commissario generale e l’assessore dellTnquisi-zione. Parevano quindi date tutte le garanzie, che il tribunale eseguirebbe i suoi compiti con quel rigore che Paolo IV reputava necessario per parare il sovvertimento religioso. Il papa tuttavia non rinunziò a comparire a tutte le sedute principali dell’inquisizione, per le quali il 18 aprile 1556, fu fissato il giovedì d’ogni settimana.3 Nulla poteva trattenerlo dal partecipare a quelle sedute, una novità che fece molto senso.4 II compimento di questo dovere parevagli il più importante di tutti. Navagero riferisce: Dei tre giorni dedicati ai concistori, lunedì, mercoledì e venerdì, e dei due giorni d’udienza, martedì e sabato, il papa -ne salta molti, ma mai, qualunque cosa possa anche metterglisi tra piedi, omette la seduta del giovedì all’inquisizione, alla quale suole prendere parte personalmente. Mi ricordo che alla notizia che Anagni era presa, a Roma si corse alle armi e tutti furono presi dalla paura di perdere beni e vita. Ma il papa, poiché era il giorno della seduta dell’inquisizione, rimase imperterrito, e parlò delle cose che la riguarda- 1 Vedi Pastor, Dekrete der römischem Inquisition 14. 2 V. ibid. 15 s. 3 V. ibid. 18. 4 Cfr. la * relazione degli inviati genovesi Giustiniano Fiesco e Lorenzo Grimaldi da Roma 28 maggio 1556. Archivio di Stato in Genova. Pastor, Storia dei Papi. VI. 31