Carlo V e il legato Pole. 195 Carlo V e di esprimere a lui pure le sue congratulazioni. Il latore della lettera, Ormanetto, dovette recarsi presso l’imperatore al campo. Mediante risposte evasive Carlo si sottrasse alla pressione di Ormanetto di concedere finalmente al legato pontificio la libertà per adempire la sua missione : debbo prima informarmi in Inghilterra, così dichiarò egli, sulla situazione delle cose.1 Respinto dall’imperatore, il cardinale inglese si rivolse il 21 settembre a re Filippo lamentandosi in modo urbano delle eterne buone parole per l’avvenire. E chi è colui che fu lasciato stare sì a lungo a battere dinanzi alla porta? Gli è un uomo, il quale per la moglie di Filippo, difendendo i diritti della medesima alla corona, è stato cacciato dal castello e dalla patria e già da vent’anni mangia il pane dell’esiglio. Oltracciò non è solo Pole come uomo privato, che desidera d’essere ammesso. Come, secondo gli Atti degli Apostoli, Pietro liberato dal carcere dovette battere a lungo alla porta di Maria, madre di Giovanni, finché gli venisse aperto, così ora di nuovo Pietro sta dinanzi alla casa di un’altra Maria e batte. Prima era stato spiegabile che Maria per timore non gli avesse aperto, ma adesso la medesima può appoggiarsi al suo sposo : l’interesse stesso della regina esige che Pietro sia ammesso poiché la sua legittimità e diritto si fonda sul riconoscimento da parte del papa.2 Addì 28 settembre il Pole ripetè simili pensieri in una lettera all’imperatore,3 al quale tornò a mandare l’Ormanetto. Ma anche questa volta Carlo rispose che non era arrivato ancora il punto giusto e che tratterebbe ulteriormente col legato dopo il suo ritorno. 4 L’udienza, che così egli aveva promessa al cardinale inglese, ebbe luogoi a Bruxelles 1*11 d’ottobre.5 Pola espose che alla riunione delPInghilterra ostavano due difficoltà, gli errori nelle cose di fede e la questione dei beni ecclesiastici. Nelle cose di fede non potere il papa cedere, ma quanto ai beni ecclesiastici essere esso disposto a concessioni. Pole non comunicò ancora in quanta estensione nel breve del 28 settembre Giulio III avesse già moderato le sue richieste, ma parlò soltanto dei poteri, che gli aveva largiti il breve papale del principio della sua legazione. Carlo rispose che non era da darsi pensiero di questioni dottrinali perchè s’aveva che fare con gente, la quale in genere non aveva alcuna ferma convinzione religiosa. Com’egli sapeva da esperienze proprie in Germania, trattarsi principalmente dei beni di Chiesa. Desiderare 1 Ancel 770. 2 Brown V, n. 946. 3 Ibid. n. 947. 4 Ancel 770. 5 Pole a Giulio III, 14 (non 13) ottobre 1554. Brown V, n. 952. Ancel 784.