Il cardinale Innocenzo del Monte. La Cancelleria di Stato. 53 donossi ancor più di prima a una vita fuor di modo scandalosa. E ciononostante venne di vantaggio ancora ricolmo di prove di favore, ottenendo non soltanto ricchi benefìzi, come l’abbazia di S. Michele in Normandia e S. Zeno a Verona1 nonché nel giugno 1552 la legazione di Bologna,2 ma altresì una posizione simile a quella tenuta dal cardinale Alessandro Farnese sotto Paolo III. Alla fine di novembre del 1551 i nunzi ricevettero l’istruzione di indirizzare ind’innanzi le loro lettere al cardinale Innocenzo del Monte invece che, come s’era fatto fino allora, al primo segretario di Stato Girolamo Dandino o al papa stesso. Questo mutamento partì da Baldovino, che aveva dato al fratello il fatale consiglio.3 Innocenzo del Monte, che difettava di qualsiasi mira superiore, non possedeva nè la volontà nè la capacità di dedicarsi agli affari : la sua attività come segretario di Stato limitavasi a firmare i dispacci redatti in suo nome ed a riscuotere le entrate dell’alta sua carica. La direzione degli affari stava nelle mani del papa, del fratello Baldovino e dell’esperimentato segretario di Stato Girolamo Dandino.4 Costui aveva goduto di buona scuola nella Cancelleria di Paolo III e in virtù delle molte missioni diplomatiche si era fami-gliarizzato colle condizioni di Francia e Germania.5 Con lui lavoravano inoltre nella cancelleria di Stato tre segretarii in qualità di -assistenti : Giulio Canano, Angelo Massarelli e Trifone Bencio, dal quale dipendeva anche la cifra.6 L’ufficio di segretario delle lettere latine, tenuto durante tutto il governo di Paolo III da 1 La collazione dell’abbazia 8. Michael Botomag. clioc. da parte di Enrico II (vai. 2500 dm.) è annunciata da * Serristori il 21 luglio 1550 (A r-chivio di Stato in Firenze). SuS. Zeno vedi Massarelli 218. Anche all’imperatore chiese Giulio III una pensione per il Cardinal Monte (vedi Drijf-fel I, 416). Sul conferimento del vescovado di Mirepoix nel 1553 vedi Thomas III, 198. 2 * Breve ai Quaranta di Bologna del 4 giugno 1552. Ami. 41, t. 64, n. 391. (Archivio segreto pontifìcio). Cfr. Belluzzi 180. 3 Vedi Pieper 122 e Nuntiaturberichte XII, xxxiii, 107, n. 2. Durante un’assenza di Dandino n’aveva occupato il posto G. Ricci ; v. ibid. 55, n. 5. 4 Vedi Richard in Bev. d'hist. ecclés. XI, 520 ; cfr. Nuntiaturberichte VIII, 12 s. 6 Su Dandino cfr. Dandolo 357 ; Pieper 121 ; Nuntiaturberichte Vili, 12-13 ; Noncìat. de France I, 2, n. Dandino morì a Roma nel 1559 ; il suo sepolcro è a S. Marcello (vedi Forcella II, 308). Buonanni, relatore di Cosimo I a Roma, non era soddisfatto del collocamento di Dandino. In data 21 marzo 1550 egli scrive: * « Parse buona la resolutione che prese S. Stil di non servirsi del Cavalcante per quel ch’el conclave fini di chiarirlo. Ma il continuare di servirsi del Dandino et di lassargli la sottoscrittione in mano, non è lodato da alcuno massime da chi sa l’inclinatione di detto Dandino al servitio del Rè, quel ch’egli rivelò al car1' di Ferrara dei negocii secreti di Paulo et i dinari et la pensione c’hebbe sotto mano da S. S. in1"“ et revinil ». Archivio di Stato in Firenze. 6 Massarelli 154. Pieper 121 s. Nonciat. de France I, 72, n. 2.