112 Giulio III. 1550-1555. Libro I. Capitolo 4 a. sull7 importante affare.1 Ora neanche il fiorentino Buonanni, un giudice del resto scettico, dubitava più della serietà dei membri della commissione.2 Un indice delle dispense, che fino allora erano state concesse dalla Dataria ed avevano dato occasione a molti scandali, fa vedere quali difficoltà ci fossero da superare.3 In tutto vennero specificati 17 punti, che andavano accuratamente ponderati ed esaminati. Di questo lavoro si diede l’incarico nel dicembre ai cardinali Cupis, Carafa, Cervini, Crescenzi, Pisani e Pole. Colla riforma della Dataria il papa, così l’incaricato fiorentino Serristori, vuol mostrare che comincia il miglioramento presso di se stesso.4 Al medesimo scopo servì la continuazione della diminuzione della corte iniziata già nel febbraio.5 Ai 27 di questo mese del 1551 i lavori per la riforma della Dataria erano così progrediti, che il papa potè indicare ai cardinali deputati i principii, secondo i quali andavano redatti i decreti da emanarsi.6 Già prima, il 12 e 16 febbraio, Giulio III aveva trattato per il minuto col Cardinal Crescenzi intorno a una riforma della predicazione e della confessione : la relativa bolla venne presentata all’inquisizione. Circa lo stesso tempo progettavasi anche una riforma della Penitenzie-ria.7 Ai 18 di febbraio Giulio III in un concistoro segreto diede l’ordine che si riunisse due volte la settimana presso il decano del Sacro Collegio un’altra commissione di 11 cardinali e che ogni sabato venisse reso conto a lui sull’avanzamento di questi lavori.8 Da un appunto autografo del papa risulta ch’egli occupavasi pure di una riforma della signatura gratiae, nella quale le dispense 1 Cfr. Massarelij 198, 199, 202, 204. 2 * « Di qua s’attenderà al presente alla reforma, la quale si trova in man d’alcuni reverendissimi, che la faran più stretta che potranno per quanto starà in loro ». Buonanni ai 14 di novembre del 1550. Archivio di Stato inPi-r e n z e. 3 Vedi Schweitzer 55. 4 Ai 20 dicembre del 1550 notifica Serristori l’istituzione della commissione * « in ultimo concistorio, acciò che nella reforma si cominciasse prima di quel che toccasse all’utile di S,il ». Archivio di Stato in Firenze. 5 V. la * relazione di Matteo Dandolo del 12 febbraio 1550 nell’A r c h i v i o di Stato in Venezia (cfr. de Leva V, 139) e la * lettera di Buonanni del 1° dicembre 1550, in cui si dice : * « S. Stfl o per dir meglio il suo maiordomo ha fatta una reforma bestialissima di persone et di bestie che mangiavano in casa, et dicono che fra tutte sono state 300, per le quali prova il detto maiordomo che si avanzeranno l'anno 30000 scudi »(Archivio di Stato in Fi-re n z e). Sui Ruoli della famiglia di Giulio III vedi Moroni XXIII, 63 s. 6 Vedi Massarelij 217 e Schweitzer 55. 7 * « Iam tempus est, ut ad Nos et ad tua penitentiariae, de cuius refor-matione agendum est, officia redeas ». Breve al Cardinal Kanuccio Farnese del 27 febbraio 1551. Arni. 41, t. 59, n. 97. Archivio segreto pontificio. 8 V. * Acta eonsist. cariceli. VI, 72a (Archivio concistoriale) e Massarelli 216.