Quadro di Borna alla fine del rinascimento. 265 chard, ivi in ogni mercoledì trovavasi il mercato speciale per abiti, panni, armi ed altri oggetti, che tuttora dura a Campo di Fiore. Al tempo del carnevale l’antico ippodromo di Domiziano era il teatro dei magnifici divertimenti e cortei (festa di Agone), che vi attiravano i curiosi di tutte le classi della società.1 Su d’un lato di piazza Navona era la chiesa nazionale spa-gnuola di S. Giacomo, sull’altro elevavasi vicino alla chiesa nazionale tedesca di S. Maria dell’Anima l’ampio palazzo passato in proprietà del cardinale Cupis, in cui un tempo aveva risieduto i potente e poi così infelice cardinale Ascanio Sforza.2 A Sud di Tor Millina, sulla cui cima, decorata con fini graffiti leggesi ancora il nome della famiglia,3 il cardinale Oliviero Ca-rafa aveva fatto collocare la statua del Pasquino, che è il simbolo caratteristico di questo rione. Vicino al Pasquino, che dagli artisti era considerato come una delle più pregevoli opere di scultura, sorgeva il palazzo fattosi costrurre dallo zio di Giulio III, Antonio del Monte cardinale di buon gusto artistico.4 Secondo la pianta del Bufalini abitava in quella regione anche l’influente cardinale Alvarez de Toledo.5 In via Parione trovavasi la bottega di Antoine Lafréry, che fino al tempo di Gregorio XIII costituì il centro del commercio romano delle incisioni in rame.6 A Sud-Ovest di via Parione stava il puteus albus, che diede il soprannome alla chiesa della Madonna ivi esistente. Questa fontana, che ora ha trovato il suo posto sul Gianicolo presso la quercia del Tasso, al pari della chiavica di S. Lucia tiene un grande posto nei documenti del secolo xv come indicazione particolare topografica del quartiere. In virtù della fabbrica della nuova magnifica chiesa dell’Ordine degli Oratoriani fondato da Filippo Neri, quella regione venne ad avere un aspetto totalmente diverso. Il rione Parione era oltremodo ricco di eminenti edifici, che, sebbene in parte cambiati e molto trascurati, sono tuttavia sempre 1 Cfr. i nostri dati in vol. Y, 232. a Dalla pianta del Bufaijni 0 appare, che Cupis possedera non solo l’antico palazzo di A. Sforza (cfr. Nuova Antologia Ser. 3 XLIII [1893], 434), piazza Navona n. 33 a 40 e via dell’Anima n. 1-11, ma anche la casa d’angolo in via dell’Anima n. 15-18 e piazza Navona n. 28-29, come pure le due case adiacenti a Sud via dell’Anima n. 12-14 e piazza Navona n. 30-32, che appartenevano al-l’Anima. Cupis volle espropriarle dapprima vigore Imllae Sixli IV, ciò che però non gli riuscì. Il 3 giugno 1520 « litibus cessit ». L’Anima affittò poi le due ca.se alla sorella del Cupis, Francesca de Cupis (uxor Angeli de Bubalis) ed al figlio Cristoforo, dapprima per due anni, poi ad locaiionem perpetuami : la vendita avvenne nel 1545. Archivio dell’Anima in Boma. 3 Cfr. G. B. Giovenale n eìl’Annuario deir Accademia di 8. Luca 1909-191], Roma 1911, 127 s. 4 Vedi Vasaki V, 452 s. ; Tesokoni 39 n. 6 Bufalini E. 6 Vedi Ehrle. Pianta di Poma del 1577 p. 11 s. ; cfr. Bepert. für Kunstwissenschaft XXXIII, 402 s.