270 Giulio TU. 1550-1055. Libro I. Capitolo ('< e. tonda. La piazza dinanzi al medesimo era allora molto più alta, tanto che dovevasi scendere all’ingresso mediante una scala. Delle casette lo circondavano d’ogni intorno e dal lato sinistro gli erano addossate. Lo stato d’allora risulta chiaro da un disegno di Heems-kerck. Dietro il pinnacolo si vede il piccolo campanile romanico eretto nel 1270: il portico dal lato sinistro è ancora per metà murato: solo Paolo III fece togliere questo brutto riempimento. Davanti alla magnifica rotonda stavano i leoni egiziani di basalto andati poi in Vaticano e la splendida vasca di porfido, che ora adorna il sepolcro di Clemente XII al Laterano. Nelle grandiose ruine delle attigue terme di Agrippa erano costrutte piccole case.1 La chiesa più importante del rione della Pigna era quella dei Domenicani col sepolcro di santa Caterina da Siena, S. Maria sopra Minerva, presso la quale trovavasi una biblioteca, che in una colla piccola, ma eccellentemente ordinata raccolta di libri degli Agostiniani di S. Maria del Popolo, godeva fama particolare.2 Ricche d’antichità erano le case dei Porcari sorgenti in vicinanza e la casa Maffei situata non lungi di là presso l’Arco della Ciambella, nella cui magnifica corte Heemskerck vide ancora la statua del morto Niobide passata poi in possesso dei Bevilacqua e da ultimo a Monaco. La casa era allora abitata dall’egregio cardinale Bernardino Maffei.3 Al rione della Pigna appartenevano anche la chiesetta di S. Giovanni delia Pigna sulla piazza omonima, nuovamente ricostrutta da Vittoria Colonna, il palazzo del duca di Urbino (poscia Doria)4 e il palazzo di S. Marco (ora di Venezia). Quest’ultimo servì da residenza estiva a Paolo III e talora anche a Giulio III.5 La poderosa costruzione colle sue grandiose sale adattavasi egregiamente ad accogliere il papa colla numerosa sua Corte. Era considerata siccome una speciale rarità, che anche Fichard non si lasciò sfuggire, il colossale mappamondo della fine del Quattrocento conservato nel palazzo, che, ornato di figure d’uomini e d’animali terrestri e marini, suscitava sensazione e meraviglia.6 Non lungi dal 1 Cfr. Fichard 56 s. ; Springer in Jahrbuch der Prems. Kunstsammlungen 1891, 121 s.; Michaelis, Röm. Skizzenbücher 136. 155, 160; Bartoli 47; Hiìr-manin 15 e tav. 18; TTülsen-Egger I, 7. Sul campanile romanico cfr. Ashby, Un panorama de Rome par Ant. v. d. Wyngaeräe in Mei. d’archéol. XXI, 481, n. 1. 2 Vedi FiClUKD, Italia 57, che nota : « Praeter Vaticanam bibliothecam istic paucas habet, excellentes ». Fabricius (Roma 207) ricorda inoltre le biblioteche di S. Maria in Àraooeli e di S. Agostino. 3 Vedi Michaelis, Röm, Skizzenbücher 134; Hübner I, 103 s., 110 s. ; Hül-sen-FiGGEr I, 3. 4 Cfr. Adinolfi, Roma II, 292 ss. ; Rodocanachi, Rome 34. Aveva abitato nel palazzo il Cardinal Caetano ; v. Arch. d. Soc. Rom. XVII, 407. 5 Vedi Dengel, Palazzo di Venezia 96 s., 98. 6 Cfr. Dengel, Die verschollene « Mappa Mundi » im Palazzo di Venezia zu Rom in Mitteil, der Geograph. Gesellschaft in Wien LV (1912).