Attività riformativa di Giulio III. 115 Il papa aveva parlato così efficacemente, che persino degli spagnuoli, come Pacheco, credettero alle sue serie intenzioni.1 Diego Lasso, rappresentante di re Ferdinando I, era d’idea che neanche il concilio potesse intraprendere una riforma maggiore.2 Alla fine d’ottobre del 1552 i cardinali della commissione riformativa cominciarono, sotto la presidenza del Cervini chiamato a Roma, le loro consultazioni, sul cui progresso ci danno relazione due protocolli. L’uno, del cardinale Maffei, abbraccia i mesi d’ottobre e novembre, l’altro, del presidente, comincia col novembre 1552 e giunge all’aprile dell’anno seguente.3 Alla prima seduta, che ebbe luogo il 26 ottobre 1552, parteciparono, oltre al presidente, i cardinali Pacheco, Puteo, Pighino, Cicada e Maffei. Da altre relazioni ricavasi che anche Yerallo e Carafa intervennero talora alle sedute della commissione.4 Questa lavorò secondo il programma presentato da Giulio III e occupossi, accanto alla riforma del conclave, di quella pure del concistoro. A questo proposito Cervini propose che ogni vescovo eletto o altro prelato dovesse emettere la sua professione di fede e che nella formola del loro giuramento i vescovi venissero obbligati alla residenza. Nel novembre furono specialmente gli abusi infiltrati nella signatura gratiae quelli di cui occuparonsi i cardinali. Si credette di trovare una fonte delle condizioni ivi esistenti nel numero eccessivo degli impiegati, sicché avvenivano cose, per le quali è perfettamente adatta la qualifica di esorbitanti allora usata. Si fecero lagnanze in ispecie intorno al lasso esame dei candidati agli ordini sacri in Roma, all’accettazione di doni da parte dell’ordinante, all’inosservanza dell’età canonica, delle date per le ordinazioni, alla collazione di benefìzi a ragazzi, alla concessione del matrimonio a chierici maggiori e ad altri inconvenienti.6 Nel dicembre fu presentato alla commissione un parere dei vescovi spagnuoli.6 II 20 dicembre il papa discusse in una congre- 1 Y. la * lettera del cardinale Pacheco al Cardinal Madruzzo da Roma 20 settembre 1552. Archivio della Luogotenenza a Innsbruc.k, 2 Vedi Druffel II, 767, 3 Schweitzer per il primo (p. 57 s.) ha tratto alla luce anche questi due protocolli, dei quali l’uno trovasi nell’A rchivio segreto pontificio, Concilio LXXVIII 72a ss., l’altro nell’Archivio di Stato in Firenze, Carte Gerv. XXXII 17“ ss. Nell’A rchivio Maffei a Volterra, purtroppo non ordinato, non trovansi che alcune lettere insignificanti del cardinale. Oltre Cervini fu chiamato a Roma anche, il Cardinal Mignanelli con * breve del 28 settembre 1552. Arm. 41, t. 65, n. 636. Archivio segreto pontificio. 4 V. la relazione di Lasso presso Drufffx II, 825 e Masius, Briefe 121. Pare che la commissione non abbia contato più di sei membri (v. la relazione portoghese del 2 novembre 1552 in Corp. dipi. Pmi. VII, 193). Se i nomi dei cardinali variano, la cosa si spiega bene ammettendo che ciascuno avesse un sostituto. 5 Vedi Schweitzer 58-59. 6 V. la lettera di Cervini presso Druffel II, 828.