474 Marcello II e Paolo IV. 1555-1559 Libro II. Capitolo 4 d. ciò che un papa ha concesso.1 Poiché la prima congregazione generale, prescindendo dall’elezione del generale, doveva principalmente dar l’ultima mano alle costituzioni dell’Ordine, era manifesto a che cosa mirasse questa osservazione. Dure frasi del papa sul fondatore dell’Ordine, che sarebbe stato un tiranno, non poterono che aumentare le preoccupazioni.2 La congregazione era indetta per la primavera del 1557, ma a quel termine non poterono presentarsi i Gesuiti spagnuoli per la ragione, che a causa della guerra con Paolo IV Filippo II aveva interdetto a tutti gli spagnuoli il viaggio di Roma. Sorse quindi nei padri raccolti a Roma il pensiero di trasferire la congregazione in Spagna. Questo espediente era naturale poiché per l’Or-dine doveva essere sommamente importante fissare il più presto possibile le costituzioni e con esse la base giuridica della sua esistenza. Ma dall’altra parte era piuttosto arrischiato a causa della guerra parlare col papa di simile progetto. Tuttavia Paolo IV non aveva elevato serie obiezioni, quando nel colloquio Lainez accennò al piano di una congregazione in Spagna. Quantunque da principio respinta recisamente dalla maggioranza dei Gesuiti presenti, la proposta trovò alla fine quasi generali approvazioni, però solo sotto la premessa che il papa non rifiutasse la sua approvazione. Per ottenere questa Lainez tornò a chiedere udienza. Paolo IV lo ricevette benignamente, ascoltò amichevolmente le ragioni per la domanda presentata, ma non volle dare immediatamente la decisione definitiva. Perciò dopo pochi giorni Lainez ricomparve in Vaticano; ma questa volta il religioso, del resto tanto stimato da Paolo IV, non trovò accesso presso il suo alto protettore. Ripetè egli il tentativo una seconda e una terza volta, ma sempre non ci fu verso per lui di parlare col papa. Finalmente il 20 giugno 1557 l’incontrò in un corridoio del Vaticano, ma Paolo passò innanzi senza degnarlo d’uno sguardo, ricevendo invece a mezzo dei cardinali Scotti e Reumano l’ordine di consegnare le costituzioni e regole della Compagnia in una colle bolle pontificie. Inoltre ai Gesuiti riuniti a Roma fu fatto divieto di abbandonare la città senza licenza del papa. Questi inaspettati ordini ebbero nel generalato l’effetto di un 1 Astrain II, 7. 2 Nadal, Ephemerides (Epist. II, 50) : E rat mini minatus P. Ignatio : « o colui » etc. Dixerat P. Ignatium tgrannice gubemasse societatem (cfr. ibid. 54). « Ignazio - diceva - è stato l'idolo dei suoi» (ibid. 15). 3 Fin dal 28 ottobre 1556 Francesco Borgia scrive che si sarebbe vista più volentieri tenuta la congregazione ad Avignone per es. essendo Roma tanto lontana dalla Spagna (S- Frano. Borgia III, 267). Al principio di febbraio del 1557 i Gesuiti portoghesi e spagnuoli erano già pronti al viaggio alla volta di pdoma, quando il riaprirsi della guerra li costrinse a rimanere (ibid. 276, 279).