i98 Ella mi continui, sig. Mayer, la buona grazia della sua amicizia, e creda che sono veramente tutto suo II Compilatore. VII. Aristodemo ( Sior Isepo ). — Scherzo comico RAFPRESENTATO GIOVEDÌ^ SERA IN S. SaMUELE (*). Chi dice che i nomi non fanno le cose doveva trovarsi l’altr’ieri sera in teatro. Si sarebbe convinto che i nomi vagliano a qualche cosa. S’è sbattezzato il povero Aristodemo, e gli si diede un nome cristiano, italiano, anzi veneziano, s’è fatto parlare duernil’ anni fa la lingua de’ nostri barcaruoli, quella de’ Castellani e’Ni-colotti. Il popolo, e propriamente quello della platea, trovò strana la libertà arrogatasi da questo sior Isepo, il quale con quella illustre nobiltà che si vedeva, volle cacciarsi fra’penati dei re Messemi, ed egli a gran voci gli sonò: la se l(l cava sior Isepo. E di vero la libertà c l’ardire del signor Giuseppe fu grande, fu un singolare capriccio, poiché o egli con la sua lingua e i (*) 11 gennaio i83fi.