Caratteristica di Paolo IV. 351 congregazione riformativa di Paolo III e come cardinale.1 In tutte queste posizioni egli comprovossi un carattere grande fortemente espresso, un instancabile propugnatore di tutti gli interessi ecclesiastici, il rigidissimo dei rigidi, specialmente in tutte le faccende che riguardassero la purezza dei costumi e della fede. Nessuna autorità della persona poteva impedire la sua franchezza; dinanzi ai cardinali come dinanzi al papa egli esponeva sempre apertamente e senza riguardi la sua opinione. La storia di Paolo III come quella di Giulio II a più riprese ci riferiscono casi, nei quali persino dal più alto luogo dovettero attuarsi cose non compatibili cogli interessi e la dignità della Santa Sede. In tali occasioni il cardinale Carafa o assolutamente si opponeva, oppure protestava almeno, qualora ulteriore resistenza fosse senza speranza coll’astenersi dal concistoro.2 Se in tali casi il Carafa s’attirava la perdita della grazia papale, ciò davagli sì poco pensiero come sensibili svantaggi materiali, che doveva patire.8 In silenzio e con animo calmo egli tollerava tutto, attenendosi inflessibilmente ai suoi rigidi principii. Mentre la massima parte degli uomini nella vecchiaia s’affraliscono e cominciano ad inclinare alla quiete, nel Carafa erasi ad ogni anno aumentato il suo ardore, la sua attività, la sua energia e la forza della sua volontà.4 II papa - scrive l’inviato fiorentino -è un uomo d’acciaio, e le pietre che tocca, schizzano scintille generatrici d’incendio, se non si fa quant’ei vuole.3 Si capisce come un uomo simile non avesse che pochi amici e fautori. La sua vita pura, la sua incorruttibile rettitudine, la sua dottrina venivano riconosciute, ma altrettanto tutti biasimavano e temevano il suo stragrande rigore, la sua bruschezza e ostinatezza. Non erano mancati titoli e uffici onorifici a lui ch’era salito fino al decanato del Sacro Collegio, ma soltanto presso pochissimi egli godeva affezione ed amore.6 1 Cfr. le nostre notizie voi. IV 2, 557 s. e V, 103, 106, 107, 113, 116, 123, 129, 137 , 337 , 699. 2 Cfr. Panvinius appo Merkle II, 271, n. ; v. anche Silos I, 316 s. e il nostro voi. V, 235, 500, 501, con VI, 52. 3 Nella sua * Apologià A. Carafa narra dell’opposizione del Carafa alla collazione di Parma e Piacenza a Pier Luigi Farnese (v. il nostro voi. V, 499 s.) : * « Onde venne in disgratia del papa et gli tolse la provisione di cento scudi il mese, che se li dava come cardinale povero, restandoli da vivere mille soli scudi d’entrata l’anno. Nè perciò ne fece mai parola o alcuno risentimento. Anzi perchè quando usciva a palazzo negli atti pubblici non era salutato, come «i suole fare con cardinali, dalle musiche di castello ettrombe di palazzo, se ne rideva con ogni serenità d’animo ». Cod. X F. 55 p. 6. Biblioteca Nazionale di Napoli. 1 Cfr. Panvinius loc. cit. 5 Legnz. di Serri&tori 375. 6 Vedi Mocenigo-Albèri 46.