Critica situazione dei Gesuiti. 471 ratiere, tornarono a scontrarsi allorché negli anni 1553-1556 i parenti di un nobile novizio gesuita cercarono di indurre costui ad abbandonare l’Ordine e il Carafa ottenne per i parenti un indulto pontifìcio. Ignazio mediante controrimostranze fece annullare l’indulto. Da ciò Carafa si sarà sentito tanto più ferito, perchè aveva trovato opposizione in una cosa, che suscitò grande rumore in Roma.1 Già prima era mancato il nome del Carafa nella lista, in cui i cardinali avevano da notare i loro contributi per il Collegio Germanico.2 Nessuna meraviglia pertanto se Ignazio accolse con apprensione la notizia dell’esaltazione del Carafa. Dopo breve preghiera però egli aveva riacquistata tutta intera la sua calma e poscia fece tutto quanto poteva per guadagnare i cuori al nuovo papa.3 Addì 25 maggio comunicò ai confratelli l’avvenuta elezione elogiando le qualità eminenti del nuovo capo della Chiesa.4 Alcuni mesi più avanti egli diede diffusa relazione sullo zelo del papa per la riforma e sull’amicizia, che aveva fino allora dimostrata alla Compagnia di Gesù.5 Pareva realmente che Paolo IV come papa avesse dimenticato i risentimenti del Cardinal Carafa. Il primo gesuita, che lo visitò, fu Bobadilla. Paolo lo ricevette in modo oltre misura amichevole, lo abbracciò e baciò. Coi cardinali Morone e Truchsess egli parlò del nuovo Ordine in termini molto onorevoli. Poco dopo fece chiamare Ignazio, insistendo perchè gli parlasse a capo coperto, camminò su e giù conversando amichevolmente con lui e concesse le grazie, che Ignazio domandò.6 Ed alle parole risposero anche i fatti. Il papa diede il Salmeron come compagno al nunzio Lippo-mano per la sua legazione in Polonia e discusse i suoi piani di riforma col Bobadilla, il quale potè dirgli apertamente il suo parere. Ancor più stimato presso Paolo IV fu il Lainez. Gli proibì di lasciar Roma, avendo bisogno del suo consiglio, fece preparare per lui una stanza a parte in Vaticano e pensava ad elevare il Lainez alla dignità cardinalizia.7 Come membri di altri Ordini potevano nelle grandi festività predicare dinanzi al papa e ai cardinali nella cappella del Vaticano, così per la prima volta il me- 1 Di questa faccenda tratta tutt’una serie di lettere ; cfr. Monum. Ignat. Ser. 1, voi. 5-10, indice sotto la parola «Cesari»; Epist. mixlae, vói. 3-5; Polanco voi. 3-6, indice sotto la parola « Cesari ». 2 Steinhuber I, tav. II. 3 Vedi Gonqalvez in Monum. Ignat. Ser. 4 I, 198. 4 Monum. Ignat. Ser. 1 IX, 75 s. 6 Ibid. 463-468. 6 Monum. Ignat. Ser 1 IX, 359-363. 7 Ibid. X, 310 s., 419.