Innocenzo del Monte. 51 L’ambasciatore veneziano Dandolo racconta che, quand’era legato a Parma, Giulio III aveva per così dire tolto dalla strada un ragazzo della più bassa origine e fattolo custode della sua scimmia perchè il giovane aveva mostrato grande coraggio una volta che la bestia lo abbracciò. In breve tempo la guardia della scimmia seppe sì fattamente insinuarsi nelle grazie del suo signore, che questi lo prese in straordinaria affezione e indusse il fratello a adottare il servo, il quale però non fece che disonore al nome d’Innocenzo del Monte, d’allora in poi portato da lui.1 Ciò non ostante egli ottenne una prevostura ad Arezzo, giacché il cardinale eragli attaccato con un affetto altrettanto incomprensibile che incredibile. Massarelli, che ce l’attesta, aggiunge : Appena Giovan Maria del Monte fu diventato papa, nulla più gli stette a. cuore e in pensiero che decorare delle maggiori dignità, onori e ricchezze il figlio adottivo del fratello. Fino ad oggi - erano scorsi tre mesi - gli ha già regalato rendite per più di 12,000 corone e ultimamente con somma sua soddisfazione lo elevò altresì all’alta dignità di cardinale.2 Non mancò opposizione a questo obbrobrioso abuso della podestà papale : il Cardinal Fole ricordò le prescrizioni canoniche e la gravità del tempo,3 ma osservazioni in contrario ancor più vive fece Carafa, il quale per essere ab antico in stretti e buoni rapporti con Giulio III, sperò di potere impedire la vagheggiata nomina. Il vecchio cardinale fece tutto quanto era in suo potere: si recò in persona dal papa e impiegando tutta la sua eloquenza rappresentò le ragioni, che dovevano trattenerlo da un passo così infelice: l’onta che ne ricadrebbe sull’autore, le dicerie del volgo, che più di tutto un principe ha d’avere in orrore, e che in questo caso della elevazione d’un uomo senza padre e cattivo soggetto dovevano dar luogo alle peggiori supposizioni.4 Tutto fu inutile. Addì 1 Vedi Dandolo 355 e Merkle I, 177; Massarelli 174 s. ; Masius in Archiv di Lacomblet VI, 163 ; Ciaconius III, 759 ; Arch. stor. Ital. serie 4, XIII, 420. Cfr. Pallavxcini 11, 7, 4 e il giudizio giustamente severo di Ray-nald (1550, n. 50). Senza prova alcuna Grimm (Michelangelo II, 423) fa Innocenzo figlio di Giulio III. 2 Massakelli 175. Già ai 23 di febbraio Buonanni * riferisce dell’imminente nomina a cardinale di Innocenzo (v. App. n. 4). Cfr. la relazione di Dandolo del 16 marzo presso de Leva V, 117. Il 10 aprile 1550 Serristori racconta: * « Disse S. Stà al Buonanni che al primo o secondo consistono al più lungo voleva crear cardinale il proposto, suo nepote et che su questo principio ha-rebbe 13000 scudi d’entrata ». Cfr. ìa * relazione di Buonanni del 18 aprile 1550. Il 30 aprile Serristori annuncia : * « S. Slà mandò per il proposto, il qual se ne verrà a Bagnaia », dove gli verrà mandato il cappello rosso. Archivio di S ato in Firenze. 3 V. il * dispaccio di Dandolo del 18 aprile 1550 (Arebivio di Stato in V e n e z i a), in parte presso de Leva V, 118 ; cfr. Drxjfiel I, 398 ; Brown, n. 662. 4 V. * Apologia alla relat. del Naiagero (Biblioteca Nazionale in Napoli; cfr. App. nn. 89-90). Bromato II, 158 s.