Attività dell’ Inquisizione romana in Italia. 153 dell’ 8 ottobre 1553 sulle condizioni in Italia. Ivi si dice : « si penserebbe che quotidianamente ne siano abbruciati cento, ma non è affatto così: neanche uno, sebbene in alcuni luoghi sia sorta una moderata persecuzione ».1 Nelle relazioni dell’ inviato fiorentino è annunciata ripetuta-mente la consegna di eretici di Toscana a Roma.2 Lo stesso risulte per Napoli da una lettera del commissario generale dell’inquisizione romana, il domenicano Michele Ghislieri, al cardinale Cervini, del 4 agosto 1553. Ghislieri, il quale attendeva con zelo particolare al ¡negozio deH’Inquisizione, salvò nel 1551 da morte per fuoco che lo minacciava e riconciliò colla Chiesa, guadagnando così in lui un vantaggioso combattente per la fede, il minorità Sisto da Siena, un giudeo convertito di belle doti.3 Addì 19 settembre 1554 Ghislieri mandò a Cervini una lista contenente sedici nomi di Serviti, che avevano tenuto prediche luterane. Da una sentenza del tribunale della fede di Bologna ricavasi quanto spesso allora venissero accertate opinioni ereticali presso membri deH’Ordine dei Servi di Maria.1 Là il fermento religioso aveva attaccato anche la gioventù studiosa. Nel 1553 si dovè introdurre il processo per dottrine protestanti contro una serie di alunni del collegio spagnuolo, che in parte erano di molto ragguardevoli famiglie. Il modo temperato e saggio, con cui si procedette, sarebbe stato impossibile sotto un uomo come Carafa. Sotto il dolce Giulio III si riuscì a mettere in regola segretamente lo sipiacevole affare.5 Avvisi di diffusione d’eresie pervenivano all’ Inquisizione romana in particolare anche dal ducato d’Urbino, dalla diocesi di Lucca e dal territorio di Milano. Qui l’azione era resa difficile perchè l’arcivescovo veniva spesso a questione cogli inquisitori, G aggiungendosi in questa diocesi continue indebite ingerenze delle autorità civili, che nell’agosto del 1553 indussero i cardinali dell’inquisizione romana ad avanzare lagnanza presso l’imperatore contro il senato e i governatori di Milano. In que- 1 « Dicerea quoiidie centum comburi. Et non est ita, ne unns quidem, torneisi leiris quaedam persecutio paucis in locis oborta sit (Calvini Opera XIV [Corp. Tief. XLII], 636). Non s’è fatta sufficiente attenzione finora a questa importante testimonianza. 2 Cfr. le * relazioni di Serristori da Roma 22 gennaio e 2 febbraio 1552 (Archivio di Stato in Firenze). Su Mendicanti, che a quel tempo vennero consegnati da Ravenna e Rimini a Roma, vedi Briefwechsel diSLEiDAN 231, 235. 3 Cfr. Oantù II, 451 s. ; Tacchi Venturi I, 344 ; Bullett. Senese XV, 304 s. ; XVII, 5, 30 ss. 4 Vedi Buschbeix 212 ss., 321, 322 : cfr. anche Tacchi Venturi I, 532. 5 Cfr. le ben fondate ricerche di A. Battistktxa in Atti per le prov. d. Romagna XIX (1901), 138 ss. 6 Vedi Buschbell 213 s. ; Carcereri, Riforma e Inquisizione nel ducato di Urbino, Verona 1911 ; cfr. Fumi 210 s.