670 Appendice. suoi predecessori Giulio UT e Paolo IY quali modelli della lotta per la liberazione nazionale. A ciò parve opportuna la storia d’una guerra, che, in se insignificatissima, ha interesse principalmente siccome l’ultimo tentativo della politica papale, di liberare sè e l’Italia dal predominio straniero. Volpicella, Gai: e Scarabelli, editori del Nores, hanno molto lavorato per illustrare la loro edizione aggiungendo documenti inediti, attingendo in ispecie da un codice Istruzioni e Lettere dì Monsignor della Casa a nome del Cardinal Carafa, in possesso di Gino Capponi.1 Il lavoro del Nores, lodato già dal Pallavicini e dal Bromato, ha goduto grande fama per lungo tempo. Rexjmont (Die Carafa I, 221 e 517) lo qualifica una fonte principale per la storia dei Carafa sotto Paolo IV e celebra l’autore siccome lo storico più sicuro di quegli avvenimenti (cfr. anche Gesch. Roms III 2, 700). Anche dopo, Duruy (20, 85) e Po rena (Arch. stor. iteti. 4 Serie, XIII, 354) Iranno coperto il Nores di lodi, sebbene già il Reimann (loc. cit. 327 ss.) avesse in una questione speciale dimostrato quanto poco sicuro sia spesso il Nores. Recentemente poi Ancei, nei suoi fondamentali studii per la storia di Paolo IV ha dato in forma molto severa un giudizio sommamente sfavorevole sul Nores (v. specialmente Sienne 1, 18 e Disgrâce 36), ciò che non ha' trattenuto Campana dal qualificare un capolavoro l’opera del Nores (in Studi Storici XVII, 586). Non può soggiacere a dubbio alcuno che Ancel Ita ra gione. Nores contiene numerosi errori; spesso anche lascia troppo libero campo alla fantasia e non si fonda spesso che su fonti secondarie. II suo valore diminuisce quanto più vengono a conoscersi le relazioni degli inviati, che per il pontificato di Paolo IV vengono in considerazione in prima linea quali fonti primarie. Nel modo più completo sono conosciuti i Dispacci di Bernardo Na-vagero. Queste preziose relazioni, che completano lai relazione dell’ambasciatore e in parte la superano, non sono però conservate in originale, eliè dal grande incendio dell’Archivio in Venezia nel 1577 siamo confinati a copie. Se ne ha nell’A rcliivio di St ato in Venezia,2 nella Marciana in Venezia (Ital. CI. VII-Cod. 1097), nel Mtiseo Correr ivi pure (Cod. 1957), nell’ Universitaria di Pis a (Cod. 154 S. c. 2), nella Nazionale in Napoli (Cod. Xt. D. 41)> nella Biblioteca di Corte in Vienna (Cod. 6255 = F oscar. 168) e nella Biblioteca del Duca di Osisuna a Madrid (Cod. 93). Comunicazioni dal ricco tesoro dei dispacci del Navagero vennero fatte la prima volta nell’edizione del Nores; dopo ne lia pubblicati degli estratti Bertolotti negli Atti Mod. (3 Serie II, 155 ss.), ma principalmente Uawdon Brown nel Calendar of State Paper ha pubblicato in versione inglese tutti i dispacci relativi all’Inghilterra e anche ben molti s a n d rina in Roma (214-1-183), nella Vittorio Emanuele inRoma (Fondo Gesuitico 323), nella Trivulziana in Milano (Cod. 37), nella Biblioteca della Certosa di S. Martino in N ap o li (God. 364) e nella Biblioteca Comunale in Poggia (Cod. 7). 1 V. Catalogo dei Mss. posseduti dal marchese G. Capponi, Firenze 1845, n. 831. 2 God. Misceli, n. 98 (cfr. Brosch I, 200, n. 1). Anche i dispacci al Consiglio dei Dieci ci sono conservati solo in copie contemporanee ; cfr. Ancel, Disgrâce 21, n. 3.