Influenza del naturale di Paolo IV sugli errori della sua politica. 357 sempre più scomparse dal suo orizzonte intellettuale e le militari in genere erangli sempre rimaste estranee. Così le difficoltà, che dovevano ostare alla sua gigantesca impresa, cioè la nuova situazione mondiale creata dalla scissione dogmatica, l'insufficiente esercito dello Stato ecclesiastico, il carattere poco guerresco degli italiani gli furono sì poco chiare come le infelici condizioni finanziarie della Camera Apostolica,1 aggiungendosi il suo temperamento quanto mai possibile malamente adattabile al diplomatico o al conduttore d’eserciti. Il naturale del papa contribuì molto a che si facessero fioche le voci di tutti coloro, i quali mettevano in guardia da un conflitto colla Spagna. Se in generale è destino dei principi, che solo di rado o niente affatto vengano a sentire la verità, questa disgrazia colpisce tanto più facilmente caratteri violenti. Chi esponeva sinceramente a Paolo IV il vero stato delle cose cadeva in disgrazia ; egli invece prestava di preferenza l’orecchio a coloro, che incondizionatamente s’acconciavano alle sue idee, ma spesso gli nascondevano appunto ciò che più importava.2 In conseguenza, per quanto riguardava gli affari politici e militari, il papa viveva in un mondo fantastico, che stava nel più stridente contrasto colla realtà. Fu una disgrazia, che un tal uomo venisse trascinato nei labe-rinti della grande politica, una disgrazia per lo Stato pontifìcio come per la Chiesa, che di nulla aveva tanto bisogno come d’una profonda riforma. Di trascurare questa per l’attività politica era tanto meno nella mente di Paolo IV in quanto che la liberazione della Santa Sede dall’oppressione spagnuola costituiva anche una parte del suo programma di riforma. In conseguenza, già nel suo primo concistoro ai 29 di maggio del 1555 faceva rilevare la sua ferma volontà di guardare la dignità e l’autorità della Santa Sede, come anche di riformare i cattivi costumi degli ecclesiastici; egli pregò i cardinali di aiutarlo in ciò e di dare buon esempio colla loro condotta. Per la consultazione sulle riforme necessarie vennero nominati gli stessi membri del Sacro Collegio stabiliti all’uopo da Marcello II3 e in quest’occasione il papa parlò in modo che si conobbe come la sua prima cura sarebbe rivolta all’esecuzione di 1 Sulla situazione finanziaria cfr. le lamentele nel * breve ai vicelegati delle provincie dello Stato pontificio del 4 giugno 1555 (Ami. 44, t. 4, n. 116. A r-ebivio segreto pontificio). Cfr. Navagero-Ai/bèri 375 ; Broschi I, 202 s. Copiosi dettagli sulle entrate e spese di Paolo IV nello Stato pontificio in un * volume dell’A re bivio segreto pontificio, Misceli. Ami. 11, t. 45. 2 Cfr. Navagero-Alberi 405 s. Persino P. Strozzi, che pure poteva parlare liberissimamente con Paolo IV (v. ibid. 407), spesso celavagli l’intiera verità : un esempio in Ancel, Disgrâce 20, n. 5. 3 Con Massarelli 272 v. * Ada cornisi. (Archivio con e istoriale) e la * relazione di IT. Gozzadini in data di Roma 29 maggio 1555 (Archivio di Stato in Bologna).