Il conclave di Marcello II. 305 spondevano alla questione in senso affermativo, si fondavano sul fatto, che la bolla era stata approvata e sottoscritta da Giulio III e da tutti i cardinali e già persino munita del sigillo di piombo. Dagli awersarii della sua forza di legge facevasi valere, che il documento non era ancora stato affisso, come solevasi, nel Campo di Fiore ed alle porte delle basiliche di Roma. Poiché i cardinali non poterono accordarsi, vennero chiamati a consiglio esperti canonisti, con alla testa il decano della Rota, il cui parere fu che la bolla non vincolasse i cardinali. Il cardinale Carafa, decano del Sacro Collegio, comunicò la cosa ai suoi colleghi il 3 aprile, giorno, in cui finirono le esequie cominciate il 26 marzo.1 Due dì più tardi ebbe luogo la Messa dello Spirito Santo, dopo la quale Uberto Foglietta, giurista di fine educazione umanistica, tenne il solito discorso. Indi i cardinali entrarono nel conclave preparato al Vaticano.2 Alla morte di Giulio III il Sacro Collegio constava di 57 membri di cui 30 erano in Roma. Dei 27 assenti solo a pochi fu possibile arrivare a tempo. Il 28 marzo arrivarono Crispi e Savelli, il 1° aprile Cervini e Ranuccio Farnese, il 3 aprile Ercole Gonzaga, il 4 Madruzzo e Pisani.3 Non meno quindi di 20 cardinali dovettero rimanere estranei all’elezione. Di questi oltre Alessandro Farnese trovavansi in Francia Bourbon, Tournon, Givry, Lenoncourt, Meudon, d’Annebault, Carlo e Luigi di Lorena, Venderne e Chàtillon, vale a dire non meno di 10 cardinali devoti a Enrico II.4 Nessuna meraviglia che i francesi cercassero di tirare in lungo l’inizio del conclave.5 Poiché i 37 cardinali presenti entrarono in conclave già ai 5 di aprile, i membri francesi del Sacro Collegio del pari che le istruzioni di Enrico II giunsero troppo tardi.6 L’inviato di Carlo V, Juan Manrique de Lara, trovavasi a Siena e per timore di cadere nelle mani dei francesi scelse la via di mare. Ai 5 d’aprile a Roma non sapevasi ancora dove- fosse.7 La sua assenza era lamentata 1 Cfr. Massarelu 249 s. e Acta confi ist. presso SXgmüu/er, Papst,wahlbuUen 35. nonché Schweitzer, Reform unter Julius ITI. 63. 2 Pianta delle celle nel Conclave factum in Vaticano post mortimi p. Iulii III. Stampa del tempo nell’A rchivio segretopontificio: ibid. una seconda stampa. (Bomae apud. Valerium et Aloisium Doricos fratres Briwien. 1555), che è più diffusa in dettagli. 3 Queste date nelle stampe citate in n. 2 sono più esatte che appo Panvinto (Merkxe II, 249, n. 2). Il cardinale Gonzaga arrivò con un seguito di 300 cavalli ; v. * relazione di Ghisi al castellano di Mantova del 3 aprile 1555. Ar-chivio Gonzaga in Mantova. 4 Trovavansi in Germania Truchsess e Morone ; vedi Massarelli 251 s. 5 Legas. di Serristori 347. 6 Presso Ribier II, 604 ss. le istruzioni di Enrico II del 4 aprile 1555 (si appoggi in prima linea Este, poi Tournon, du Bellay, Armagnac ed eventualmente Pole). 7 V. la * lettera d’Ipp. Capilupi alla duchezza di Mantova in data di Roma 5 aprile 1555. Archivio Gonzaga in Mantova. Pastor, Storia dei Papi, VI. 20