-528 Marcello II e Paolo IV. 1555-1559. Libro II. Capitolo 5 6. riunire a Lowicz un concilio provinciale del clero polacco, lo si voleva escludere dalle discussioni e ci volle tutta la sua energia e prudenza per impedire la cosa. Il sinodo prese salutari deliberazioni per il miglioramento della disciplina ecclesiastica e per la tutela dei cattolici contro il sobillamento da parte dei nuovi credenti e allontanò il pericolo di un concilio nazionale.1 Il pericolo però non era ancora per nulla completamente stornato. Lippomano, come pure il papa, aspettavano con apprensione la dieta, che doveva tenersi a Varsavia, temendo ambedue, che, data la debolezza del re, fosse inevitabile la ruina della Chiesa cattolica in Polonia. Alla fine di settembre del 1556 il Lippomano aveva nuovamente dato diffusa relazione a Roma circa le persecuzioni a cui egli era esposto dalla parte dei nuovi credenti. Il nunzio rilevava che, giusta il comando del papa, avrebbe impiegato a Varsavia tutte le sue forze a difesa della Chiesa, ma che poi farebbe uso del permesso impartitogli di ritornare in Italia. Bastargli di aver addimostrato che non era per il papa nè per il suo rappresentante che le condizioni non miglioravano. Lippomano caratterizza queste condizioni colle parole: qui ognuno fa impunemente quel che vuole.2 Gli avvenimenti seguiti nella dieta di Varsavia fecero vedere che il nunzio non diede un giudizio eccessivamente crudo. Mediante un’enciclica del 4 dicembre 1556 il papa aveva esortato nel modo più commovente i vescovi polacchi ad adoperare tutti i mezzi al fine di impedire deliberazioni svantaggiose di quella assemblea.3 Ciò ebbe come conseguenza, che in realtà venne respinta la domanda di piena libertà religiosa, avanzata dalle città prussiane insieme alla nobiltà polacca, dichiarando il re che la dieta doveva occuparsi unicamente di deliberare sulla difesa del paese. Anzi prima della sua partenza Sigismondo Augusto emanò anche una proibizione di tutte le innovazioni religiose, ma l’editto non venne nè pubblicato nè eseguito !4 Lippomano lasciò al principio del 15575 il regno di Polonia, 1 Cfr. Klìasinski 116 s. ; Eichhorn I, 268 s. ; Belacye I, 33 s. ; 40 s. ; Tro-Skolanski, Dzieje reformacyi polshiej 1556-1560, Lwów 1905-1907. 2 « Ognuno fa ciò che gli piace nec est qui visitet aut qui corrigat ». Lippomano al duca di Paliano in data di Lowicz 22 settembre 1556 (Cori!, liarb. lat. 822, p. 355 della Biblioteca Vaticana e It. V 16, p. 292 s. della Marciana in Venezia). La lettera, nella quale il Lippomano rileva clic non aveva fatto uso delle sue facoltà perche non aveva voluto portar con sè di Polonia un centesimo, sta in versione polacca in Belacye I, 32-40. 3 PiAYNAi.D 1556, n. 41. 4 Vedi Eichhorn I. 273-274 ; cfr. Hosii Epist. II, 879. 5 Cfr. Eichhorn I, 275, n. 1. Ai 7 di marzo del 1557 * Lippomano da Verona notifica a Paolo IV d’essere molto stanco pel viaggio e di trovarsi anche sof-