La creazione cardinalizia del 15 marzo 1557. 439 considerazioni ecclesiastiche. La dignità cardinalizia, disse egli al Navagero, è sì fatta, che gli idonei alla medesima dovrebbero venir pregati d’accettarla : noi dobbiamo cercarli colla candela in mano ; ogni raccomandazione di candidati è inutile.1 Come avevano previsto persone pratiche,2 la maggioranza di coloro che ai 15 di marzo vennero decorati colla porpora era costituita da rappresentanti della riforma e da uomini di bassa origine. Il più distinto dei 10 nuovi cardinali3 era Michele Ghi-slieri, domenicano, che stava in fama di santità, e che Paolo IV aveva da anni imparato ad apprezzare come inquisitore. Vecchie conoscenze del papa erano pure Virgilio Rosario e Consiglieri. Rosario, nato a Spoleto, lo aveva fedelmente servito in affari di denaro.4 Divenuto vicario generale di Paolo IV, addimostrando in tale condizione grande rigore.5 Il romana Giovan Battista Consiglieri era un parente di quel Paolo Consiglieri, che col Carafa aveva appartenuto all’Oratorio del Divino Amore, con lui aveva fondato l’ordine dei Teatini0 ed era poi diventato suo maestro di camera. Il papa offrì la porpora a quest’uomo egregio, ma l’umile Paolo rifiutò recisamente la dignità e in luogo di sè raccomandò Giovan Battista Consiglieri. Costui appartenne in origine allo stato laicale ed era stato due volte ammogliato: Paolo IV conoscevalo da lunga pezza e n’apprezzava specialmente la pietà.7 Allo stato laicale avevano appartenuto in origine anche Lorenzo Strozzi, lo zelante oppugnatore dei Calvinisti, e l’arcivescovo di Sens Jean Bertrand, l’unico francese che ottenne allora la porpora.8 Erano distinti per dottrina tra i nominati ai 15 di marzo Taddeo Gaddi, arcivescovo di Cosenza; Vitellozzo Vitelli, vescovo di Città di Castello ed il nunzio a Venezia Antonio Trivulzio, che sotto 1 V. in App. n. 64 la * lettera di Navagero del 12 marzo ] 557. Biblioteca di Corte in Vienna. 2 Nell’* Avviso del 6 marzo 1557 si legge : * « Questi Franzesi dicono che il Papa farà buon numero di cardinali et alcuni vogliono cha la maggior parte siano Chietini di poca consideratione ». Biblioteca Vaticana. 3 Su essi cfr. Petramellarius 26 s. ; Ciaconius III, 854 ss. ; Cardella IV, 353 ss. ; Bromato II, 352 ss. ; Gulik-Eubel III, 39 s. 4 Cfr. il * Diurnale di tutti li danari et entrate dell'ill. et rev. card, di Napoli che perverranno in mano di me Virgilio Ho. Ms. 140 della Biblioteca Nazionale nella Certosa di S. Martino in Napoli. 5 Secondo il volere del papa, come il vicariato di Boma, cioè la rappresentanza del papa in Boma, così anche gli uffici di presidente dell’inquisizione e di reggente della Camera dovevano in avvenire affidarsi solo a cardinali; vedi Massarelli 327 ; cfr. Moroni XCIX, 65, 67, 82, 94 (con date false). 6 Cfr. il nostro voi. IV 2, 560, 563. 7 Biess (p. 238) dice G. B. Consiglieri un buontempone senza darne una prova. Dice il contrario * Delfino ; v. sotto, p. 440, n. 3. 8 SuUa sua nomina v. il * breve a Enrico II del 16 marzo 1557. Arm. 44, t■ 2, p. 61 (Archivio segreto pontificio).