Contrasto fra la vita del carri. Carafa e del papa. 449 dore egli cercava ora di arricchire sè ed i suoi e di godere la vita di gran signore. Più volentieri che nelle magnifiche sale dell’appartamento Borgia egli dimorava nella sua vigna in Trastevere, che decorò in ogni modo, anche con statue antiche. Ivi dava ai suoi amici, fra cui alcuni cardinali mondani, come Vitelli, Ser-moneta e Ranuccio Farnese, splendidi banchetti, dopo i quali giuo-cavansi grosse somme. Si riconosce il vecchio soldato avanti tutto nella passione del cardinale per la caccia. Piaceri di questo genere erano innocenti a paragone d’altri. Non può soggiacere a dubbio alcuno, che Carlo Carafa condusse sempre una vita scostumata.1 Quale contrasto fra questa sbrigliata condotta d’un corrotto prelato del rinascimento e la solitaria e pia vita monastica del papa ! L’attività dei due muovevasi in mondi affatto diversi : Paolo IV viveva e s’agitava nella riforma eclesiástica; il nipote metteva in mostra ancora una volta i lati peggiori del periodo del rinascimento.2 Con abilità magistrale il nepote sapeva celare al papa la sua vita scandalosa e il suo sgoverno in Roma 3 e dissipare immediatamente qualunque sospetto sorgesse contro di lui. Nell’estate del 1558 Paolo IV occupossi della pubblicazione d’una bolla universale di riforma, la quale doveva abbraciare tutte le ordinanze particolari. Erasi attesa la comparsa di simile documento già nel giugno 1556, ma poi si disse, che sarebbe stato sottoposto a nuovo rifacimento.4 II papa ne riparlò l’8 agosto 1558 in un concistoro.5 Pochi giorni dopo egli si lagnava in un concistoro di non aver potuto a causa della guerra radunare il concilio, ma che ora accosterebbe seriamente anche tale questione.6 1 Cfr. le testimonianze contemporanee presso Ancel, Disgràce 25 s. ; vedi anche Graf, Cinquecento 265, 281 ; Studi stor. Vili, 254. La passione dei Carafa per la caccia era sì grande che avevano più di 1300 cani, dei quali 400 appartenevano al cardinale «il che da da dite non poco in questa carestia che hora regna », si legge in un * Avviso del 3 dicembre 1558. God. Urb. 1038, p. 355b. Biblioteca Vaticana. 2 Questo spunta spesso in modo tagliente anche in relazioni che badano maggiormente all’esteriore. Così in un * Avviso di Roma dell’8 ottobre 1558 si riferisce in primo luogo dell’attività riformativa del papa e poi si dice : * « Li signori Carafa attendono alle eaccie et piaceri». God. Urb. 1038, p. 342b. Biblioteca Vaticana. 3 Le imposte, lamenta l’inviato portoghese ai 10 dicembre 1558, aumentano, regna difetto di vettovaglia, la giustizia languisce e il papa non se n’immischia ; vedi Santarem XIII, 13 ; cfr. ibid. 8, 10, 22 sull’isolamento del papa, dal quale soltanto difficilissimaménte potevasi ottenere un’udienza. Sulla « carestia », al principio del 1558 vedi Clementi 214. 4 V. la lettera di G. A. Calegari presso Ancel, Concile 23, n. 1. 5 V. * Acta consist. (Archivio con c istoriale) :♦ «S. D. N. primo loco multa commemoravi! quae sunt necessaria ut fiat reformatio universalis ecclesiae, postea vocatus d. Barengus ad formandam bullam super transìatione festivitatis s. Dominici». Cfr. su ciò sotto p. 467. 6 * Avviso di Roma del 13 agosto 1558 : * «Lunedi si fece concistorio, ma non si fece parola di dar la croce al rmo di Pisa. S. Stà parlò di reforma, di- Pastor, Storia dei Papi, VI. 29