544 Marcello II e Paolo IV. 1555-1559. Libro II. Capitolo 6. mente ostile. Trattandosi meramente d’una questione di diritto positivo, opinava il Puteo, il papa poteva accettare l’obbedienza di Ferdinando I quando constasse della volontà di 'Carlo V di rinunziare alla 'sua giurisdizione, e l’inviato si fosse fatto legittimare. Quanto agli appunti contro la persona di Ferdinando doversi indagare se non si trovassero motivi di scusa, che Pacheco svolse minutamente scongiurando il papa perchè, giustamente riconoscendo le circostanze della cosa e le congiunture del momento, facesse valere la mitezza. Anche Filippo II mise nella bilancia tutto il suo peso a favore dello zio, ma tutto fu inutile. La commissione tenne fermo all’antico diritto e in conclusione deliberò che -si dovesse negare a Ferdinando la confermazione, qualora non avesse [dimostrato il suo diritto e tributato tutto il debito onore alla ¡Santa Sede.1 A questo punto giunse da Vienna al Guzman l’ ordine, che, ove non potesse ottenere udienza nei tre giorni seguenti al ricevimento della lettera, prendesse la via del ritorno, avesse o meno esaurita la sua incombenza. Solo ora gli fu concessa, ai 13 di luglio, un’udienza semipubblica. Il papa si addimostrò straordinariamente benevolo e annunziò l’invio di una speciale ambasciata per Ferdinando I, ma quanto alla sostanza non cedette. In un concistoro egli fissò le seguenti condizioni per il riconoscimento : constatazione della rinunzia di Carlo V, disamina della vita e contegno di Ferdinando I, promessa del reggente di eliminare nella sua casa e nei territorii ereditarii il luteranesimo, esclusione degli eretici da ulteriori elezioni e simili atti.2 Guzman lasciò Roma il 14 luglio: lo stesso dì Ugo Boncom-pagni veniva destinato nunzio presso Ferdinando I. Il 20 luglio il Cardinal Rebiba, nominato legato per la Polonia, ricevette l’incarico di passare per Vienna. L’invio però dei due venne differito perchè era imminente l’arrivo di Vargas, ambasciatore spa-gnuolo a Venezia. Per il momento doveva riferire a Vienna sulle pretese di Paolo IV soltanto il Mentuato destinato nunzio in Polonia. 3 Tutte le speranze, che annettevansi alle trattative del Vargas,4 dovevano addimostrarsi vane. Frattanto Ferdinando I appresta- 1 Vedi Schmid, Kaiserwahl 20 ss. Anche negli * Avvisi di Koma del 9 e 16 luglio 1558 (loc cit. 324, 327 : Biblioteca Vaticana) sono ricordate sedute della commissione colla notizia di non risapersene nulla, essendo imposto silenzio sotto pena di scomunica. Sull’intervento di Filippo II v. Zeitschr. für Gesch. di Schmidt VIII, 7 s. 2 Cfr. Ribier II, 759 ; Re mann, Streit 303 s. ; Schmid, Kaiserwahl 25 s. ; Depeschen vom Kaiserhofe III, 52 s. 3 Vedi Massareli.i 324: Pieper 117 s.; cfr. sopra p. 530. 4 V. * Avviso di Borna del 1° ottobre 1558 loc. cit. 341. Biblioteca Vaticana.