Il primo scrutinio. Pole il cardinale più probabile. 11 In questa prima votazione Cibo ebbe da proclamare nientemeno che ventuna volta il nome del Pole, al quale già in precedenza era stata profetizzata generalmente la tiara quantunque a Roma si temesse molto il suo zelo per la riforma.1 Dopo il Pole vennero primi : Toledo con 13, de Cupis e Sfondrato con 12, Ca-rafa con 10 voti. Il nome di Salviati fu fatto su sole due schede ed anche degli altri cardinali rifiutati dall’imperatore il solo Cervini stimato da tutti raggiunse nove voti. Nel resto pare che i desiderii imperiali non abbiano esercitato molta influenza sulla elezione.2 Poiché la maggioranza dei due terzi importava 28, potevasi a ragione sperare, che nelle seguenti votazioni Pole otterrebbe facilmente i voti ancora mancanti e che il conclave finirebbe presto. Pole stesso dichiarò più tardi a un amico ciò che passò in lui allorché si vide così vicino alla dignità più alta sulla terra. La votazione, così egli,3 non gli fece alcuna impressione. Già prima, all’insistenza di alcuni cardinali perchè facesse passi onde appoggiare la sua propria elezione, egli aveva risposto, che non direbbe parola alcuna, anche se ij suo silenzio gli avesse da costare la vita attenendosi egli fermamente al principio di abbandonarsi alla guida di Dio e di 'desiderare solamente l’adempimento del volere divino.4 Nel primo scrutinio in conclave non c’era il costume, che dopo la lettura delle schede si potesse poi accedere col proprio voto ad uno dei prescelti. Ciò lera invece concesso nelle votazioni seguenti e pareva appena dubbioso, che di questa consuetudine 1 In tutte le relazioni del primo tempo dopo la morte di Paolo III il Pole, che già i Bicordi di Paolo III accennati sopra (p. 7, n. 3) qualificano « soggetto a giudizio del mondo superiore agli altri di nobilità, bontà e dottrina », appare siccome il candidato che avesse maggiori aspettative. Cfr. le * relazioni conservate nell’A rchiviodi Stato in Siena di Scipione Gabrielli del 13 (* « Le scommesse et le voci de la città variano ogni giorno et il più alto è Inghilterra e poi Salviati. S. Croce è ancora in buona aspettatione »), 14, 13, 25 e 29 novembre (* «Il card. S. Croce quando non riesca Inghilterra si tiene in grandissima aspettatione ancorché gli Imperiali publicamente mostrano poco sodisfarsene ») e del Io dicembre 1549 (« voce universale » per Pole quantunque il suo zelo per la riforma possa rubargli la tiara : « si ragiona di Sfondrato, di S. Croce et di Monte) ». Cfr. inoltre la lettera di Muzio, Letlsre J09 ss. e di Ma-sius in Archiv fiir Oesch. des Niederrheins di Lacomblet VI, 146 ss. ; cfr. anche Giorn. stor. d. lett. Ital. XVII, 343 ; XLIII, 237 s. Considerando però più al fondo la situazione la candidatura del Pole appariva inattuabile (vedi Muzio, Lettere 111-113). Masius pure giudica in modo eguale addì 3 dicembre 1549 (Briefe 53). 2 Auctoritatem nvllnm adeptae sunt., dice Maffei delle lettere di Carlo V relative all’esclusiva. Merkle II, 51. 3 A Francisco Navarrete, vescovo di Badajoz, il 17 giugno 1550, presso Quirini, Ep. Poli V, 53 s. ; cfr. Brown V, n. 671. 4 Dandolo il 30 novembre 1549, presso Brown V, n. 595.