a6 tue di femmina con teste di galla, coronale il piìi delle volte di alloro, e col sistro in mano, quale attributo della dea che presedeva alla u-nione de’ cuori. 1 gatti eran trattati in Egitto corn’enti tutti fuori dell’ordine naturale; si profumavano, si facevan dormire in letti sontuosi, a mensa avevano il loro luogo d’ onore, e dopo morti si rizzavan loro monumenti ed altari : secondo Erodoto, gli abitanti d’ una casa ove moriva un gatto, si radevan le sopracciglia in segno di duolo. 1 magistrati venivano a raccogliere il morlo, lo imbalsamavano, e il mandavano poi a Bubaste, città del basso Egitto consacrata al culto d’Iside, ove ricevevano gli onori divini. Colui che, anche involontariamente, era cagione della morte d’un gatto doveva pagarne la pena col capo. Diodoro di Sicilia racconta d’aver egli veduto in Alessandria la plebe trucidare un Romano che aveva ucciso un gatto, senza che valessero a salvarlo nè il timor de’Romani, nè le raccomandazioni degl’inviati dello stesso re Tolomeo. Se mai scoppiava un incendio, gli Egiziani toglievan piuttosto di perdere i lor averi che i gatti; essi li custodivano con ogni diligenza perchè non si gettassero tra le fiamme, e quando ciò succedeva il lor dolore s’ accostava al delirio. Le persone che avevano in guardia i galli erano tenute in grandissima slima.