406 Marcello II e Paolo IV. 1555-1559. Libro II. Capitolo 3 c. A ciò corrispose il fatto che il Carafa, giunto a Venezia il 21 dicembre, propose al Senato una lega offensiva e difensiva. Ma gli avveduti veneziani, per quanto allettanti offerte venissero loro fatte, perseverarono nella loro rigorosa neutralità. Allorché il Carafa lasciò la città della laguna (12 gennaio 1557), dovette dire a se stesso, che là egli era stato onorato come una testa coronata, ma che non aveva raggiunto lo scopo della sua missione.1 Giulio Orsini, eh’ era arrivato alla corte francese il 2 gennaio 1557, ebbe da faticare molto colà per dissipare la diffidenza di Enrico II e, non ostante tutti i suoi sforzi, non ci riuscì totalmente : ottenne tuttavia di muovere a risoluta azione quel re tuttavia indugiante. Alla fine di gennaio Enrico ruppe le relazioni diplomatiche con Filippo II e s’accinse a combattere gli spagnuoli come in Italia così anche nelle Fiandre. Filippo fu completamente sorpreso da questo improvviso mutamento.2 Anche sul teatro italiano della guerra Alba aveva preso tanto poco misure per la scadenza dell’armistizio, che Pietro Strozzi, ora comandante delle truppe pontificie, con lieve fatica riconquistò Ostia e indi a poco anche Tivoli, Vicovaro e la Marittima.3 Sotto l’impressione di questi sorprendenti successi le proposte di pace dell’Alba vennero respinte tanto più che Paolo IV non si fidava affatto degli spagnuoli.4 Coll’aiuto della Francia il papa sperava di ottenere una piena vittoria sugli spagnuoli e di cacciare da Napoli e da tutta l’Italia quella mescolanza, com’egli diceva, di giudei, marani e luterani. Addì 12 febbraio 1557 egli istituì una speciale congregazione per fare il processo a Carlo V e Filippo II a titolo di fellonia e ribellione.5 Frattanto sotto il duca di Guise l’esercito ausiliario francese per il Piemonte, e, mentre i Farnese osservavano una dubbia neutralità, anche per il ducato di Parma-Piacenza, era avanzato fino a Reggio, dove il duca di Ferrara ai 16 di febbraio ricevette dal Guise il bastone del comando come generalissimo delle truppe alleate. A quest’atto assistette anche il Cardinal Carafa, il quale 1 Cfr. Corresp. pólit. de Dominique du Gabre, ed. A. Vitalis, Paris 1903, 204; Nores 156, n. 1; Duruy 208 ss., 382 ss.; Mitteil, des Österreich. Instit. XXV, 482; Anoel, Sienne 51 s.; Eiess 184 s., 189 ss.; Noneiat. I, xeix; II, 539 s., 544 s. 2 Vedi Angel, Sienne 55 ; Riess 207 ss. ; Noneiat. I, c s. 3 Cfr. Mass areli.i 302 ; Turnbull u. 572, 573; Roseo 535 s.; gli* Avvisi di Roma del 9, 16, 23, 30 gennaio, 6, 13 e 20 febbraio 1557 (Cod. Urb. 1038, Biblioteca Vaticana) e le * relazioni di Alf. Fantuzzi da Roma 27 gennaio e 12 febbraio 1557 (Archivio di Stato in Bologna). Per la situazione militare presso Ostia cfr. la rara incisione. Il vero disegno del sito di Hostia e di Porto con li forti fatti dal campo di S. et détti Imperiali, quali si resero a dì 24 Gennaio; vedi Nordenskiöld, Faksimile-Atlas (1889) p. 21, n. 114. 4 Cfr. Soranzo presso Albèri Ber. 1 II, 449. 5 Vedi Navagero presso Brown VI 2, n. 798, 812; Navagero-Albèri 397 ; Massarei.i.i 303 ; Ancel, Sienne 57 s.