94 Giulio III. 1550-1555. Libro I. Capitolo 3. gno perveniva a Roma la notizia di minacciosi movimenti dei Turchi, contro i quali Giulio III dovette prendere misure.1 Nel luglio comparve nel mar Ionio una considerevole flotta turca, che dovette però cedere alla resistenza dei Giovanniti di Malta, dopo di che i Turchi si volsero contro Tripoli, che cadde nelle mani degli infedeli ai 14 di agosto.2 Le condizioni sul teatro della guerra nell’Italia settentrionale si erano da principio svolte in modo sfavorevole per il papa. La irruzione nel territorio di Bologna, dove i nemici compirono grandi devastazioni, minacciò di mettere in rivolta tutta la Romagna e di staccare Ravenna dallo Stato della Chiesa.3 A questo pericolo per la signoria temporale del ¡papa se ne accoppiò un altro ancor più grande nel campo spirituale: non era nel numero delle impossibilità, specialmente in quel tempo di grande apostasia da Roma, uno ¡scisma della chiesa francese. 4 Nè pesava meno sulla bilancia la cattiva condizione finanziaria di Giulio III. Fin dal 22 giugno era stato mandato alla corte imperiale il tesoriere Giovanni Ricci per sollecitare la rimessa del promesso sussidio in denaro. Carlo V si dichiarò pronto a pagare 20,000 scudi qualora il papa gli concedesse le entrate dei vescovadi spagnuoli fino alla somma di 500,000 scudi. Ricci potè accordare la cosa, ma per il momento ottenne il pagamento di soli 50,000 scudi.5 Il papa, che s’era ingolfato nella guerra per cedevolezza verso l’imperatore, dovette fare in breve l’esperienza, che la conquista di Parma e di Mirandola non era così facile, come gliel’avevano rappresentata. Ed in breve dovette pure comprendere che le spese dell’impresa ¡superavano più del doppio il calcolo primitivo. Egli cercò invano di sovvenire alla penuria finanziaria, in cui venne a trovarsi, mediante imposte straordinarie. Così si vide costretto a impegnare molti oggetti preziosi e gioielli, ma anche questo non bastò a coprire il bisogno. Giulio III deplorava amaramente che 1 Venne deputata una commissione di cardinali per stabilire provvedimenti a difesa delle coste dello Stato pontificio (v. * relazione di Serristori del 17 giugno 1551. Archivio di Stato in Firenze). Con * breve del 4 luglio si nominò commissario all’uopo il vescovo di Nepi, P. A. de Angelis. Arm. 41, t. 61, n. 573 ; ibid. n. 589 * bolla dell’11 luglio 1551 : imposizione di quattro decime nel Senese perchè Mendoza potesse difendere le coste contro i Turchi e n. 754 la * bolla del 2 settembre 1551 : imposizione di quattro decime iti Savoia per fortificare Nizza. Archi vio segreto pontificio. 2 Vedi Raynald 1551, n. 69 ; Zinkeisen II, 875 s. ; Romier 41 s. 3 Cfr. Abbiami Vili, 3 e Brosch I, 194. Il conte G. F. de Balneo mediante * breve del 9 luglio 1551 ricevette l’ordine di aiutare il legato di Romagna nella difesa della provincia, Brevia in Arni. 41, n. 61, n. 585 ; cfr' ibid. n. 827 il * breve per Camillo Orsini del 17 settembre 1551. Archivio segreto pontificio. 4 Vedi Pieper 25. 6 Cfr. Misceli, di stor. Ital. XVII, Nuntiaturberichte XII. xlviii, 37, n. 41, n. ; cfr. Pieper 144.