10 Giulio III. 1550-1555. Libro I. Introduzione- trascinare. Veramente Sforza e Maffei misero in guardia da tale precipitato procedimento, che non avrebbe che eccitato il partito avversario 1 e il fatto diede ragione alle loro previsioni. Lo stesso aver tirato cotanto in lungo l’inizio delle solennità funebri per Paolo III fu in parte diretto contro questo progetto. Allorquando addì 30 di novembre, chiuso appena appena il conclave, gli imperiali proposero per la medesima sera una riunione elettorale, fu loro significato, che in cosa così importante dovevasi procedere con molta circospezione e secondo l’usato ordinamento. La notte pose fine al dibattito sortone, senza che gli imperiali avessero ottenuto alcun che. Neanche nei due giorni seguenti si venne ai voti : 2 si lessero semplicemente e furono giurate le bolle di Giulio II e di Gregorio X sull’elezione papale e si preparò inoltre e s’accettò una capitolazione elettorale per il papa futuro, 3 la quale concordava in generale con quella fatta nel Conclave di Clemente VII; la conclusione obbligava il papa venturo n cedere Parma ad Ottavio Farnese. Nel pomeriggio del 1° dicembre nacque una disputa sulla questione se la votazione dovesse essere pubblica o segreta.4 Mentre gli uni vedevano nel voto pubblico il mezzo migliore contro trame, ad altri pareva che per tal via andasse perduta la libertà del voto, specialmente in un tempo in cui gli imperiali da una parte, i francesi dall’altra cercavano con promesse e guiderdoni d’indurre elettori al loro vedere e non mancavano neppure minacce. La sera del 1° dicembre Mendoza andò alla porta del conclave e consegnò una lettera dell’imperatore. Una seconda, che egli non comunicò pubblicamente, conteneva i desideri di Carlo V per l’elezione pontificia.5 La mattina del 3 dicembre si concordò, che la votazione dovesse essere segreta, seguendo finalmente il primo scrutinio. Sull’altare stava un calice d’oro. Ogni elettore vi si accostò da solo e vi mise dentro la sua scheda col voto. Indi il calice venne vuotato su una tavola dinanzi l’altare, i tre cardinali incaricati dell’ispezione guardarono ogni scheda e il primo cardinale diacono Cibo lesse alto il nome o i nomi, che stavano nel biglietto, giacché la maggior parte degli elettori scrissero contemporaneamente tre o quattro nomi.6 1 Maffei presso Merkt,e II, 31. 2 Massarelli 32. 3 Stampata presso Le Plat IV, 156 s. Cfr. Lulves in Quellen und For fschungen des preuss. histor. Instituts XII, 224 s. 4 Massarelli 34. 6 Ibid. 6 Ibid. 36.