394 Marcello II e Paolo IV. 1555-1559. Libro II. Capitolo 3 6. cosa da un membro del Sacro Collegio. Allorché intervenne al concistoro del 27 luglio, il cardinale Fulvio fu tradotto in Castel S. Angelo.. Nel concistoro il papa parlò dapprima di questo incidente, poscia comparvero l’avvocato e il procuratore della Camera apostolica, Alessandro Pallantieri e Silvestro Aldobrandini, che presentarono un parere giuridico del contenuto seguente: È notorio che, scienti Filippo II o Carlo V, nel regno di Napoli alcuni hanno congiurato contro la Santa Sede, ciò che urta contro il giuramento feudale prestato dai signori di Napoli ai papi Giulio III e Paolo IV. È notorio ancora, che sia il re di Spagna, sia l’imperatore aiutarono con denaro e truppe contro la Santa Sede i Colonna scomunicati e condannati come rei di lesa maestà, così che senz’a'ltro (ipso facto) sono incorsi nella scomunica maggiore, nel delitto di lesa maestà e nella perdita di tutte le loro dignità. Il papa prese conoscenza di questa proposta, ma dichiarò che prenderebbe una decisione soltanto dopo avere maturamente discusso l’affare coi cardinali.1 Dopo questa dimostrazione Sarria dichiarò al papa che aveva ricevuto dal suo governo l’ordine di lasciare Roma. Con ciò Paolo IV cadde in non lieve imbarazzo perchè non aveva ancora sicure garanzie di aiuto sufficiente dai francesi, tanto che Carata si vide costretto a prolungare la sua permanenza presso Enrico II. Il papa quindi cercò di differire la rottura e di trattenere l’ambasciatore. Quando agli 8 d’agosto Sarria lasciò l’eterna città, ciò avvenne sotto forma di licenza per attendere a faccende personali.2 Al richiamo fatto in nome dell’Alba dal conte S. Valentino il papa fece dare una risposta presentata nel concistoro del 7 agosto e che prese poi con sé Domenico del Nero mandato cinque giorni dopo a Napoli. Essa diceva non giustificati tutti i richiami del viceré; quanto alla cattura di Garcilasso doversi riflettere, che colle sue mene contro il papa costui aveva perduto l’inviolabilità d’inviato.3 Sebbene ai 25 di luglio fossero arrivate a Civitavecchia otto galere francesi con 600 guasconi ed i preparativi in Roma venis- TJrb. 1038, p. 150 ( B i b 1 i o t e c a Vaticana), che dà molti particolari sulla fuga. Secondo le minute indagini del Cocciola il sospetto contro il condottiero era infondato e almeno precipitata l’aziono contro di lui. 1 V. * Acta consist. cancéll. VII, 37-39t> (Archivio concistoriale) cfr. Navagero e Massarelli, loc. cit. ; Lùnig, Onci. Ital. dipi. IV, 255 s. ; Nores 110 s. ; Passarmi 137 ss.; Riess 132 s. ; Nonciat. II, 453. 2 Cfr. Massarelli 293-294; Brown VI 1, n. 572; Coggiola, A. d. Cornia 310, n. 1 : Riess 135 ; Nonciat. I, xcn ; II, 452, n. 1 ; cfr. anche la relazione degli * Acta consist. VII. Archivio concistoriale. 3 V. l’istruzione dell’ 11 agosto 1556 presso Nores 394 s. ; cfr. Massarelli oc. cit. ; Brown VI 1, n. 572.