446 Marcello II e Paolo IV. 1555-1559. Libro II. Capitolo 4 b. eccezione di quelli dell’ Inquisizione, tutti i negozi languissero : ora persino il datario e Barengo, che del resto avevano sempre libero accesso dal papa, dovettero spesso aspettare venti giorni prima di comparirgli dinanzi. Al principio di aprile l’inviato francese aspettava ancora un’udienza, che aveva chiesto quattro settimane prima. Ancor più a prova fu messa la pazienza del cardinale Monte, che dopo tre mesi non aveva raggiunto lo scopo di parlare col capo della Chiesa.1 A mezzo aprile corse la voce, che le condizioni del papa, state fino allora soddisfacenti,2 fossero preoccupanti. Le sue forze scemavano: pensavasi ch’egli attendesse soltanto il ritorno del cardinal Carafa per ritirarsi completamente dalle faccende politiche e lasciarle del tutto al cardinal nepote.3 II bramato ritorno del Carafa avvenne finalmente ai 23 di aprile del 1558.4 Carlo Carafa era rimasto lontano da Roma sei mesi intieri: quantunque già distinto colla croce legatizia fino dal 6 ottobre 1557, egli non s’era mosso per andare da Filippo II che il 22.5 Questo ritardo fu causato dal volere il cardinale prendere provvedimenti per non incorrere nuovamente il pericolo, come nella sua legazione al principio dell’anno, di perdere il terreno in Roma. Il nepote in verità non potè prendere disposizioni in contrario in quell’estensione che aveva progettato, riuscì però in ciò che per lui era la cosa principale: pieno di diffidenza verso il fratello maggiore Giovanni, il duca di Paliano, ch’era molto malcontento del corso passato della politica, fece sì che a costui venissero posti a lato per il trattamento degli affari politici i cardinali Rebiba e Alfonso Carafa,6 ai quali furono associati anche il generale Camillo Orsini, Aloisio Lippomano, vescovo di Verona e alcuni altri prelati. Questo consiglio di stato, che doveva scaricare al possibile il papa dalla cura per i negozi temporali, tenne la sua prima seduta il 23 ottobre.7 A Bruxelles, dove giunse ai 12 dicembre 1557, il cardinale Carafa fu il benvenuto per i negoziati della pace, ma per i suoi affari privati, che per lui erano la cosa principale, il nepote aveva 1 Y. 1’* Avviso di Boma del 2 aprile 1558. Biblioteca Vaticana. 2 * « Sta bene » notificava Lippomano al cardinale Carafa da Boma addì 2 aprile 1558. Cod. Barb. lai. 5715. Biblioteca Vaticana. 3 V. Y* Avviso del 16 aprile 1558. Biblioteca Vaticana. 4 Vedi Massarelli 322, la relazione presso Coggiola, Capitolazione 103 e la * lettera di Iacobo Banissio al cardinale Madruzzo da Boma 23 aprile 1558. Are bivio della Luogotenenza in Innsbruck. 5 Vedi Massarelli 318 ; cfr. anche Coggiola, Capitolazione 46. 6 V. le * relazioni di Navagero del 16 e 23 ottobre 1557 (Biblioteca di Corte in Vienna). In conformità va rettificato Biess 288. 7 Cfr. Massarelli 318. Sul valore allora meramente teoretico di questo cambiamento vedi Susta in Mitteil. des ósterreich. Instit. voi. suppl. VI, 552 s.