Il Cardinal Pole si giustifica col papa. 513 timento al papa. Per il suo sentimento genuinamente cattolico è cosa significativa che nella lettera da lui indirizzata a Paolo IV addì 30 marzo 1558 egli si desse pensiero prima di tutto e principalmente deU’amico Priuli ed elevasse anche la sua voce a favore del carcerato Morone. A sua propria difesa osservò : Proprio io debbo essere più di qualsiasi altro un nemico degli eretici e scismatici, poiché come ben sa vostra Santità, fra i molti e gravi colpi onde fui visitato, nessuno ci fu che non venisse da quella parte ed unicamente e solo a causa della religione cattolica. Ma, si obietterà, qual peso può avere la tua raccomandazione in questa faccenda, se tu sei stato incolpato di eresia dinanzi allo stesso tribunale ? Tanto in ogni modo, quanto fatti manifesti in pro della Chiesa e della religione debbono pesare più delle affermazioni di coloro, che, perchè non ne hanno punto, non possono portare in pubblico contro di me nè parole nè fatti. Ma il processo è già stato introdotto contro te, quando il tuo intimo amico Morone venne gettato in carcere perchè sospetto d’eresia: la tua destituzione è un segno della tua colpa. Che debbo io dire? In primo luogo che le parole di Vostra Santità sono più degne di fede di qualsiasi segno, di voci estranee. Ora Vostra Santità ha dichiarato all’inviato inglese ed ai miei incaricati d’affari mandati a Roma, che m’avrebbe sottratta la legazione non perchè mi fossi reso colpevole di errore, ma perchè non avrebbe reputato conveniente di fare un’eccezione per l’Inghilterra e di lasciarmi legato presso un re, che fa guerra al papa, mentre erano stati richiamati tutti gli altri legati accreditati presso il re di Spagna. Io ho accettato la dichiarazione fatta da Vostra Santità sul motivo della mia deposizione, quantunque le condizioni in questo regno non fossero del tutto le medesime come nei paesi spagnuoli. Dopo la riconciliazione col re, vennero ristabilite le legazioni per le diverse parti dell’impero e vostro nepote fu rimandato in qualità di legato alla corte spagnuola; invece la mia restituzione fu sempre rimandata a mal grado dell’insistenza della regina, delle preghiere del Collegio cardinalizio, delle domande di tutti i ceti d’Inghilterra; anzi Vostra Santità permise la diffusione della voce, ohe fosse introdotto contro di me il processo per titolo d’eresia. Come debbo spiegarmi il sentimento di Vostra Santità? Debbo io credere che qui si tratti d’un affare di Dio, come voi replicaste all’insistenza dell’inviato inglese? Debbo credere che il vostro attuale modo di agire abbia il suo fondamento nella convinzione di eseguire così il comando di Dio, di soddisfare al vostro dovere e al vostro culto verso Dio? E come il posso? Comanda Iddio l’immolazione del figlio? Una volta l’ha comandata, quando ordinò ad Abramo di sacrificare il figlio Isacco, che amava ed al quale erano legate le promesse. Che altro progetta vostra Santità se non la mia moi’te tentando di spogliarmi Pastor, Stoi'ia dei Papi, VI. 33