352 Marcello II e Paolo IV. 1555-1559. Libro II. Capitolo 2. Il nuovo papa sei sapeva molto bene: egli sentì la necessità di fare un piccolo sacrificio alla pubblica opinione per non rendersi odiato a tutta prima e precludersi ogni influenza. Quanto più avevano temuto il rigore dell'ascetico Teatino, tanto più gradevolmente sorpresi vennero i romani quando Paolo IV mise in mostra anche il lato splendido, principesco del papato. Con soddisfazione appresero come l’uomo, che da cardinale aveva vissuto ritirato e molto parcamente,1 subito all’inizio del suo governo agli ufficiali di palazzo, che chiedevano come dovessero regolarsi nell’amministrazione, aveva dato l’istruzione: con tutto lo splendore come si conviene a un gran principe.2 Per la festa dell’mcoronazione, che ebbe luogo il 26 maggio, non si risparmiò spesa alcuna. Il banchetto dato in tal dì ai cardinali e inviati fu oltremodo splendido. Sebbene siano scorsi soli quattro giorni dall’elezione papale - scrisse Angelo Massarelli nel suo diario - il nuovo capo della Chiesa ha tuttavia dato già tante prove della sua liberalità, munificenza, magnanimità e alto lignaggio, che facilmente può tirarsi una conclusione circa il suo futuro governo.3 In modo affatto uguale giudicò l’inviato bolognese in una lettera del 29 maggio 1555 : Sua Santità sarà un eccellente papa, tutto magnanimità e bontà.4 Quando ai 4 di giugno Paolo IV passò da Castel S. Angelo alla sua residenza estiva, il palazzo di S. Marco, fu svolto tale sfarzo, che potè credersi d’essere trasportati nei giorni di Leone X.5 Questo contegno, che nessuno s’era atteso dal rigido asceta, fu fuor di dubbio determinato da riguardo ai romani, presso i quali imponeva più che tutto l’esterno splendore e la liberalità. 1 Uno degli avvocati del cardinale, Alfonso Carafa, dice : * « Item ponit et... probare intendit qualiter praedictua Paulus quartus fe.re. ante papatum fuerat per viginti annos in circa cardinalis, babebat redditus competentes adeo quod tempore sue assumptionis ad pontificatimi liabebat in redditibus circa duo-decim milia scuta annua, et erat parcus in expendendo et non amplam fami-liam retinebat, adeo quod verisimiliter et unus quisque recti iuditii ita diceret et iudicaret, quod deductis expénsis quolibet anno potuerat conservare et congregare quatuor aut quinque milia scuta». Cod. Barò. lat. 2630, f. 3, Biblioteca Vaticana. 2 Vedi II. Skkipandus, ed. Hofler 53; cfr. Bromato II, 218. 3 Vedi Merkle II, 27Ó. Sull’incoronazione cfr. la * relazione di Franchino ad Ottavio Farnese da Roma 27 maggio 1555. Archivio di Stato in Parma. 4 * Lettera di U. Gozzadini (Archivio di Stato in Bologna). Cfr. anche le relazioni presso L. Latinius, Lucubrat. II, 35 e SegmCller, Wahl Pauls ir. 9. 6 Con Massarelli 272 s., L. Firmanus, * Diaria in Ann. XII, 2.9 (Archivio segreto pontificio) e Corp. dipi. Port. VII, 423 s. v. la * relazione di TT. Gozzadini da Roma 5 giugno 1555, che nella sua descrizione del pomposo corteo nota : * « et da Leone in qua non si è fatto una tal cosa » (Archivio di Stato in Bologna). Sul possesso di Paolo IV vedi Cola Coleine presso Cancellieri 108; Massarelli 284; Masius, Briefe 232; L. Firmanus, * Diaria loc. eit.