374 Marcello II e Paolo IV. 1555-1559. Libro II. Capitolo 3« lettere da Bruxelles riferivano dichiarazioni minacciose degli imperiali fatte in occasione della cattura di Santa Fiora e Camillo Colonna.1 Addì 30 settembre il papa chiamò presso di sè l’inviato francese coi cardinali Farnese e Carafa e consultossi con essi sul come potesse difendersi di fronte alle insidie degli imperiali. 2 In quei giorni il papa era talmente occupato e affaticato, che non avevano più luogo udienze 3 Ai 20 d’ottobre egli tenne un concistoro, nel quale annunciò ai cardinali che era deciso alla guerra, al fine di non venir colto all’improvviso. Il cardinale Medici reputò suo dovere di fare controsservazioni e di esortare alla pace. Paolo IV rispose : « Che riguarda l’imperatore se io punisco uno dei miei sudditi?» Medici replicò doversi avere riguardo ai principi e consigliò di convocare una commissione cardinalizia per comporre i malintesi.4 Cosciente della sua debolezza militare, il papa aderì alla proposta e nominò immediatamente una commissione di sette membri, che ad eccezione di Carafa erano tutti fautori di Carlo V. Paolo IV stesso intervenne alla prima seduta. Con un lungo discorso giustificò la sua condotta, diede facoltà alla commissione di consultarsi coll’inviato imperiale, e dichiarò, che qualora si addimostrassero concilianti, gli imperiali troverebbero lui pure accondiscendente, ma se si comportassero differentemente, egli non temerebbe alcun monarca, perchè Dio era con lui.5 Per il mantenimento della pace lavorò anche il duca d’Urbino, che nell’udienza del 4 ottobre fece al papa serie rimostranze, ma dovette in breve persuadersi come non ci fosse il caso d’ottenere successi contro l’influenza del Carafa, adoperantesi con ogni potere e con tutti i mezzi a prò della rottura, e della sua consorteria formata quasi esclusivamente da banditi napoletani e fiorentini, come Bozzuto, Casa e Silvestro Aldobrandini.G Colla faccenda del- 1 Cfr. Coggiola, Farnesi 127 ; Nonciat. I, lxx. 2 Cfr. Caro-Farnese, Lettere III, 93 ; Casa II, 39 ss. ; Ribier II, 618 ss. ; Coggiola, Farnesi 127 ss. Già Duruy (p. 72 ss.) ba comparato il sonoro discorso del papa comunicato da Nores (p. 33 ss.) cogli esercizi stilistici rettorici di antichi storici, ciò che non ha trattenuto Brosch (Mitteil. des Österreich. Instit. XXV, 475) dal reputare autentica l’allocuzione ! Bene rileva il Riess (p. 45, n. 11) che non si debba col Duruy attenersi ai dieci (invece dei tre) ascoltatori. 3 * Lettera di G. Aldrovandi in data di Roma 2 ottobre 1555. Archivio di Stato in Bologna. 4 V. la relazione di Navagero presso Brown VI 1, n. 234 e la lettera di Scrristori presso Coggiola, Farnesi 144 ss. 5 Con Navagero loc. cit. v. pure Massarelli 283 ; cfr. anche Coggiola, Farnesi 145 s. 6 V. la relazione di Navagero presso Brown VI 1, n. 236. Sul lavorio degli esigliati per la guerra vedi Navagero-Albèki 391, 405 s., 427 e Sommario 352 s. ; cfr. anche Baguenault de Puchesse, J. de Morviiliei• (Orleans, 1870) 87.