274 telletto, un sì chiaro e splendido-raggio della mente divina nascosto e diffuso nel giovinetto pensiero di tale che appena vien dal babbo e dalla mamma, è si grande e commovente spettacolo che ingrandisce l’umana natura, esalta il sentimento di noi medesimi, e triste a colui che non se ne sente commosso o rapito! Questo è ben altro che la lusinga di un canto nuovo o singolare; ben altro che le orrende meraviglie dell’uomo simia. Qui lo spettacolo è tutto di vastità e di grandezza, la singolarità è sola dell’intelletto: ivi si fonda sul diletto de’sensi, o sulle aberrazioni della nostra natura. Con quale operazione poi del cervello sia giunto il portentoso fanciullo a scoprire da sè le varie proprietà dei numeri, e quale sia il metodo da lui formatosi a sciogliere i più difficili problemi è ancora a tutti un arcano; fino a quai limiti giugnerà nella scienza una mente sì acuta ed estesa è un arcano che svelerà solo il futuro. Il Pugliesi u-nisce in sè due grandi qualità: estrema forza c subitanea percezione di mente. Non gli è appena letto, che tosto il quesito gli si figge e stampa nella memoria, e rado è il caso che se ne faccia ripetere qualche termine. Con eguale i-stantaneità egli coglie il punto del quesito, onde più volte s’indirizzò al pubblico appena udita la domanda, a pregarlo di pazienza o perché vi