42 Giulio III. 1550-1555. Libro I. Capitolo 1. ed ammalati diedesi cura la confraternita della Santissima Trinità istituita poco prima da un laico fiorentino, Filippo Neri, presso S. Salvatore in Campo e che col tempo doveva, sviluppandosi, diventare un istituto grande e celeberrimo per il bene dei bisognosi.1 Fin dal primo concistoro, che fu tenuto il 28 febbraio 1550, il papa espresse la ferma volontà di lavorare per la riforma della Chiesa e la pace nella cristianità.2 Ai primi di marzo correva voce che egli istituirebbe una congregazione di cardinali, la quale doveva discutere la riforma del clero.3 In un concistoro segreto del 10 marzo Giulio III tornò a rilevare in un lungo discorso il suo zelo per la religione e per la continuazione del concilio come pure le sue idee riformative. Trovare egli tre motivi del fatto, che il clero fosse tanto odiato presso i principi : l’avarizia dei capi della Curia, la spensierata distribuzione dei benefìzi e l’esagerato lusso degli ecclesiastici. Volere egli ovviare al malanno in Curia specialmente a mezzo di riforma della Dataria; affidare la discussione in dettaglio dei provvedimenti da prendersi ai cardinali de Cupis, Carata, Sfondrato, Crescenzi, Fole e Cibo. Quanto all’assegnamento dei benefìzi e alla limitazione del lusso il papa promise di prendere convenienti disposizioni prossimamente.4 Conforme a questa promessa addì 19 marzo 1550 il papa tornò a inculcare la decisione del suo predecessore, che proibiva la riunione di parecchi vescovadi in mano d’un solo cardinale. Una bolla del pellegrini. Cfr. inoltre Ardi, per l'Umbria III, 53 ; Leti, al Aretino II, 408 e * Diario di Cola Coleine (BibliotecaChigi). L’apertura della porta santa, alla quale non ostante la pioggia intervenne grande folla di popolo, è descritta da Serristori in una * relazione del 26 febbraio 1550 all’A re bivio di Stato in Firenze. Cfr. ibid. la * lettera di Vino. Ricobaldi del 24 febbraio 1550. Il martello usato dal papa nella, funzione, opera magnifica d’oreficeria che a torto viene attribuito a] Celimi (Plon, Celli-rii 314 s., 393), trovasi ora al Museo nazionale in Monaco (vedi Tiiurston 51 e 85 con riproduzione). Sul giubileo vedi Manni 116 ; de Waal, Campo Santo 86 ; Das heilige Jahr, Münster 1900, 41 s. Sulla celebrazione del giubileo a Firenze nel 1551 v. Biv. delle Bibliot. XVII, 94 s. Quanto a Michelangelo vedi Vasari VII, 228. 1 Cfr. Tacchi Venturi I, 356 s. ; Tiiurston 85, 260 ss. ; Kzerk, Pippo Buono, London 1908, 58 ss. Secondo Massarelli 170 F. Neri faceva parte dell’ambasceria fiorentina per l’obbedienza. La continuazione di questa mia opera darà particolari su F. Neri. 2 Vedi Massarelli 158 e * .lettera di Serristori del 1° marzo 1550. A r-ebivio di Stato in Firenze. 3 * Lettera di Serristori del 3 marzo 1550. Archivio di Stato in Firenze. 4 V. * Acta eonsist. (Archivio concisto'riale del Vaticano); lettera del cardinale Truchsess presso Meichei/beck, Hist. Frising. II 2, 356 ; * relazione di Serristori del 10 marzo 1550 (Archivio distato in Firenze; cfr. App. n. 7 e 8); Dandolo presso Brown V, n. 652. Cfr. Schweitzer, Gesch. der Reform 52-53, ove però erroneamente si osserva che il concistoro del 10 marzo sia stato il primo (vedi qui sopra). Massarelli colloca la deputazione dei cardinali per la riforma della Dataria già- al 5 marzo e non fa il nome di Cibo. Merkle II, 158.