Paolo IV avversario delia Spagna. 355 . . r- aveva esecrato e combattuto quel monarca,1 ed osservato con crescente interiore rabbia l’accondiscendenza di Giulio III verso gli imperiali. In possesso del supremo potere, tosto Paolo IV non fece alcun mistero della sua avversione agli spagnuoli e della sua predilezione per la Francia, il cui re favorì la sua elezione.2 II pensiero di opporsi alla preponderanza degli spagnuoli in Italia imponeva-glisi ora tanto più, che la situazione politica sembrava favorevole all’uopo. La stella delPimperatore era in incoercibile declinamento. Il superbo monarca, sull’impero del quale non tramontava il sole, in vista dell’imbarazzo in cui trovavasi la sua signoria in Germania e nei Paesi Bassi e della sua tutt’altro che sicura situazione in Italia, sentiva il fallimento dei suoi grandi piani tanto più profondamente, quanto più opprimevanlo acciacchi corporali. Poste tali circostanze, era cosa allettante approfittare del momento per liberare l’Italia e il papato dall’oppressione della potenza spagnuola. Si vide il singolare spettacolo, che un uomo, il quale sino allora erasi quasi esclusivamente occupato della riforma degli ecclesiastici, in combattere le eresie ed in opere di cristiana carità, precipitarsi con tutto l’impeto della sua natura di fuoco nella politica mondana e in una grande guerra. Chiunque altro sarebbe rifuggito dal rischio d’una lotta col colosso della potenza spagnuola; non così Paolo IV. Egli, che in vita sua mai aveva conosciuto paura, come papa era ora pieno di raddoppiata fiducia e fermamente persuaso che Dio l’assisterebbe, come egli aveva espresso nella sua divisa,3 poiché stava scritto : « camminerai sui serpenti, conculcherai leone e drago».4 Il monarca, che aveva lasciato saccheggiare Roma ed aveva voluto introdurre in Germania una religione mista, insieme a tutti i s,uoi complici apparsagli sempre più per il peggior nemico della Chiesa, per uno scismatico ed eretico. Parevagli intollerabile che gli spagnuoli da lui considerati un miscuglio di Giudei e marani, avessero a dominare il Nord e il Sud d’Italia minacciando così la libertà e la posizione mondiale della Santa Sede. Egli intendeva di non tollerare più a lungo uno stato di cose, ad impedire il quale i suoi grandi predecessori avevano un tempo impreso una guerra di vita e di morte cogli Staufen. 1 Persone bene informate sostenevano che nel 1547 il cardinale Carafa consigliasse Paolo III ad un’impresa contro il dominio spagnuolo in Napoli (vedi Gtannone, Storia di Napoli 33, 1 ; cfr. la nota a Nores 304 e le dichiarazioni di parecchi cardinali pubblicate dal Bruzzone in Cultura n. s. I [1891], 434 s.). Giulio III aveva smentito ufficialmente la cosa; vedi Silos I, 311 s. 2 Vedi la lettera di Avanson del 24 maggio 1555 presso Favre, Olivier de Magmj 436; cfr. anche le relazioni presso Seoml'ixer, Wahl Pauls IV, 6. 3 Dominus mihi adiutor : vedi Otaconius III, 13. 1 Salmo 90, 13. Cfr. Navagero-Aibèri 390.