470 Marcello II e Paolo IV. 1555-1559. Libro II. Capitolo 4d. i Cappuccini, ed a loro doglianza anche per gli Osservanti addì 15 febbraio 1551.1 Già nei primi anni di Paolo IV2 il contrasto fra i due Ordini si acuì ancor più. Onde meglio difendersi dalle eccezioni degli avversarli, il vicario generale dei Cappuccini nuovamente confermato nel 1555 non lasciò per due anni l’eterna città e solamente nel 1557 cominciò l’usuale visita dei conventi.3 II vicario generale Tommaso da Tiferno eletto nel 1558 non potè per sei mesi ottenere accesso a Paolo IV : ebbe poi finalmente la domandata approvazione dell’Ordine e dei suoi privilegi, ma il papa la concesse solo oralmente, senza breve. Mentre il vicario generale era assente da Roma a causa del suo giro di visita, si lavorò nuovamente presso la Curia contro i Cappuccini. I nemici avevano guadagnato a loro favore l’onnipotente cardinale Carafa; era già abbozzata la bolla che pronunziava la soppressione dei Cappuccini, e pareva non vi fosse dubbio, che Paolo IV la sottoscriverebbe, quand’ecco avvenire la caduta del nepote. L’annalista dei Cappuccini qualifica questa tempesta contro il nuovo Ordine siccome la più grave fra tutte, perchè i Cappuccini non avrebbero avuto la minima cognizione delle trame contro di loro e quindi non avevano neanche potuto difendersi.4 Eziandio la Compagnia di Gesù ebbè da passare critici tempi sotto Paolo IV. Il 23 maggio 1555 Ignazio di Loyola stava per l’appunto in colloquio col P. Gon§alvez quando si sentì il segnale annunziante la compiuta elezione del papa. Tosto si seppe chi era il nuovo eletto: il Cardinal Carafa. Al nominare questo nome Gon-calvez notò come una forte ombra corresse sul viso del fondatore della Compagnia di Gesù. Ignazio stesso confessò più tardi ad alcuni confidenti, che allora tremarongli tutte le ossa in corpo.5 In realtà questa elezione poteva annientare tutta l’opera sua. Ignazio e Carafa s’erano conosciuti a Venezia fin dal 1536 e s’erano scambiate le loro idee su parecchi punti della vita monastica, risultandone serie diversità di vedute.6 In Carafa prese piede una profonda avversione a Ignazio, che in breve si acuì ancora.7 I due uomini così profondamente diversi per il loro ca- 1 Bull. Capuc. I, 24. Alla Congreg. ord. min. TJlixbon. Giulio III concesse addì 4 ottobre del 1552 la facoltà di portare la « cuculia » dei Cappuccini ; vedi Wadding XVIII, 514. 2 Sulle precedenti relazioni di Paolo IV cogli Osservanti Francescani italiani cfr. ora il lavoro solido e minuto di ricco materiale documentario di Ed. d’Alenqon, 0. P. Carafa, vesc. di Chieti (Paolo 1Y) e la riforma nell'Ordine dei Minori dell'Osservanza, Foligno 1912. 3 Boverius 1555, n. 3 s., p. 527. 4 Boverius 1558, n. 3, p. 552 s. Nulla hac saevior tempestas ecc. (p. 553;. Non è. fatto il nome del cardinale, ma è certo Carafa. 5 Todos os ossos se The reuoluérào no corpo. (Monum. Ignat. Ser. 4 I, 19.'). 6 Cfr. il nostro voi. V, 368. 7 Cfr. Astrain II, 29 ss. ; Nadai,, Epist. II, 15.