14 Giulio III. 1550-1555. Libro I. Introduzione. sarii del Pole avevano ormai soddisfatto alla loro coscienza avendo cercato d’impedirne a seconda delle loro forze l’elezione e che, essendo ora chiaro come lo Spirito Santo volesse l’elezione del Pole, non dovessero continuare la loro opposizione. De Cupis rispose desiderare egli pure pace e concordia, ma di rado intervenire un’elezione papale senza contrasti ; usarsi dagli avversarli mezzi illegali e la protesta del d’Urfé lasciar temere uno scisma da ¡parte dei francesi. Gli venne risposto che quanto narravasi di mene non rispondeva tutto a verità; che se poi si voleva tener conto di quella protesta creavasi un cattivo precedente e che poi in avvenire la minoranza tosto che non le piacesse un candidato eleverebbe protesta fino a che non avesse realizzato il suo volere; non potersi attendere i cardinali francesi per essere da lunga pezza trascorso il termine legale. Queste e simili ragioni non raggiunsero però lo scopo. I messaggeri tornaronsene dagli amici di Pole senza aver nulla ottenuto, ma alla fine, due ore e mezza dopo il solito, il partito francese s’acconciò a venire almeno ad una conferenza cogli altri cardinali. De Cupis cominciò i negoziati col tornare ad insistere che si dovessero aspettare i cardinali francesi : il decreto di Gregorio X sull’elezione pontificia, che concede un lasso d’attesa di soli dieci giorni, non starvi in contrario perchè non aveva previsto il caso attuale. Seguì un lungo dibattito sulla proposta di de Cupis. Sal-viati, Carafa, Lenoncourt, Meudon aderironvi, contradicendovi Carpi e Toledo, mentre del Monte fu di parere, che ove si potesse lecitamente aspettare, lo si facesse. Filonardi stette indeciso. Indi parlò Cervini facendo risaltare con efficaci parole quale pericolo minacciasse qualora si accogliessero le proteste. A norma di diritto potersi attendere i cardinali francesi solo se tutti ne convenissero. Cervini era noto come uomo, che parlava non per piacere ad alcuno dei due partiti, ma solamente secondo la sua coscienza. La sua dichiarazione fece tale impressione che assentirono a lui tutti i cardinali che parlarono dopo, salvo i francofili. Mediante un elogio dei meriti della Francia per la Chiesa, Este tentò di ottenere una dilazione di uno a due giorni, ma a questo punto alzossi Sfondrato, che dal testo del decreto di Gregorio X mostrò non potersi differire più a lungo l’elezione. Non esser giusto quanto aveva sostenuto de Cupis, che tale decreto non potesse venire applicato al caso presente, essere anzi del tutto chiaro, che il medesimo riferivasi anche all’attuale situazione. Pareva ora perduta la causa dei francesi. Nella votazione sulla proposta del Cardinal decano la maggioranza si espresse contro un ulteriore differimento, procedendosi poi subito alla elezione. Pole ottenne ventitré voti ed ecco alzarsi il Carpi a fare aprire