368 Marcello II e Paolo IV. .1555-1559. Libro II. Capitolo 3 a. nella sua dignità ed onore. Marcantonio Colonna anzi si dichiarò pronto a suscitare col suo partito una sollevazione, per la quale vennero prese sottoscrizioni di denaro.1 La riunione di protesta non rimase nascosta al papa, ma invece di spaventarlo, come avevano sperato gli imperiali, non fece che eccitarlo di più. Molto da pensare sulle mire della politica spa-gnuola davangli anche le scritture trovate nell’abitazione del Lottini; in esse parlavasi della riunione di un concilio e d’altre cose, che dovevano gravemente offendere2 il capo della Chiesa, il quale fino allora aveva ufficialmente trattato in modo amichevole con Carlo V come con Alba.3 Nessuna meraviglia, che i cardinali Carpi e Mendoza, recatisi dal papa l’il agosto, nulla ottenessero sebbene trattassero con lui per quattro ore. Paolo IV rimase fermo' sul punto, che i navigli rubati dovessero ricondursi a Civitavecchia. Per il caso che ciò non avvenisse entro tre dì, mediante un monitorio egli minacciò Alessandro Sforza della perdita dell’ufficio di chierico di camera e d’una pena di 20,000 scudi; del resto il papa dichiarò che intendeva darsi cura che le navi non venissero nelle mani dei francesi.4 In vista di questo fermo contegno i rappresentanti dell’ imperatore ebbero tuttavia scrupoli a precipitare il loro signore per un motivo relativamente sì lieve in un conflitto di incalcolabili conseguenze e pregarono il governo napoletano a restituire le navi. Ma gli Sforza volevano consegnare il loro bottino solo a condizione che venisse liberato Lottini e fosse assicurata l’impunità ad Alessandro Sforza. Questa pretesa non doveva che esacerbare vie maggiormente il papa, al quale pareva insopportabile che coloro i quali avevano da obbedirgli come a legittimo signore, volessero prescrivergli condizioni. Che gli Sforza avessero cattive intenzioni, egli desumeva dal fatto, che essi misero in stato di difesa i loro feudi nello Stato pontificio : oltracciò correva voce di sospetti movimenti dei partigiani imperiali al confine meridionale * del territorio papale.5 Come fa osservare il cardinale Farnese, Paolo IV era sommamente suscettibile e straordinariamente fermo, in ispecie ove si trattasse del suo onore e della sua dignità; ma di fronte aìl’esau-ì imento delle sue finanze ed al piccolo numero delle truppe tro- 1 V. la relazione di Farnese a Enrico II del 14 (non 24, come dà Palla-vicini 13, 14) agosto presso Caro-Farnese, Lettere III, 20 s. 2 V. Extraetus prooessus card. Garaffae presso Riess 35. 3 V. la relazione di Serristori del 12 agosto 1555. Legaz. 364 s. 1 Cfr. il * breve a Carlo V del 15 luglio e * quello all’Alba del 20 luglio 1555 (Brevia ad princ. Arm. 44, t. 4, n 164 e 170. Archivio segreto pontificio). V. anche Nonciat. de France I, lxi s. 5 Cfr. Coggioi.a, Farnesi 113.